ROMA- E sì, dopo i tanti proclami vittoriosi che lo hanno visto addirittura paventare un’uscita dalla politica in caso di sconfitta al referendum, ora che la cosa si fa concreta, visto che i no sono in forte vantaggio, Renzi non trova più l’entusiasmo di spararle come prima.
Evidentemente il non eletto premier si scontra con la realtà dei fatti, dove il popolo italiano sta affrontando enormi difficoltà economiche per tirare avanti. I politici, a partire da quell’eroe di Mario Monti, hanno sempre chiesto di tirare la cinghia. Al popolo lo hanno chiesto, ma loro non l’hanno mai tirata. Ma ora si parla di riforme costituzionali ed è chiaro che gli italiani stanno aprendo bene gli occhi.
Ed ecco che adesso che la cosa si fa seria, e l’imminente fine dell’estate porta ad aprire una campagna elettorale dura, il premier si è perso la data del referendum: prima si parlava della fine settembre, poi inizio ottobre, infine novembre. Forse la data ultima dovrebbe essere il 27 novembre come ipotizzava ieri La Stampa. In pochi mesi Renzi è passato all’impasse del rinvio. Un segno di debolezza enorme che, peraltro, non pare aiutare le ragioni del «sì» e i NO volano nei sondaggi.
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