Categories: Cronaca

Responsabile lavoratori di una ditta di rifiuti, ricattava l’azienda estorcendogli denaro

SANTA MARIA CAPUA VETERE -I carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo emesso dalla direzione distrettuali antimafia di Napoli. Il reato contestato a due dipendenti della ditta DHI “Di Nardi Holding Industrial” s.p.a., con sede in Pastorano, appaltatrice del servizio di raccolta pubblica dei rifiuti per il comune di Santa Maria Capua Vetere.
L’attività d’indagine è stata condotta tra i mesi di aprile e giugno del 2016, e le indagini traggono spunto da un episodio di agitazione dei dipendenti della DHI occorso in data 16 aprile 2016 nel cantiere di Santa Maria CV. Il servizio di rifiuti venne interrotto per 24 ore, e i lavoratori lamentavano il ritardo dei pagamenti degli stipendi.
La situazione causò l’attivazione di una procedura di infrazione da parte del comune appaltante nei confronti della citata ditta per inadempienza contrattuale, con sanzione irrogata per diverse decine di migliaia di euro.
L’approfondimento della vicenda, anche in riferimento al ruolo all’interno del cantiere di S.M. Capua Vetere del responsabile dei lavoratori, nella persona di Del Gaudio Tommaso, detto “Masino”, soggetto appartenente alla c.d. famiglia dei “Bellaggiò”, contigua al clan dei casalesi, consentiva di accertare che, sullo specifico cantiere, la famiglia Di Nardi, proprietaria della ditta, era vittima di continue richieste di carattere estorsivo.
In particolare la ditta DHI, al fine di evitare che agitazioni illegittime e non preavvisate come quella del 16 aprile la esponessero al pagamento di pesanti penali nei confronti del comune ed all’oneroso spostamento di dipendenti e mezzi da altri cantieri della provincia, versava con cadenza mensile al Del Gaudio Tommaso stipendi gonfiati della somma di circa 3.000 euro.
Il Del Gaudio, spalleggiato dal proprio complice, giungeva a pretendere che gli fosse corrisposta dal datore di lavoro la somma di euro 6000 mensili, non corrispondente a quella di inquadramento professionale, prospettando, in caso contrario, di intervenire-grazie alla sua caratura criminale, presso i dipendenti della DHI per costringerli ad astenersi dal servizio.

Redazione

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