Categories: Cronaca

Riaprono i cancelli del cimitero di Bergamo, dentro tutta la tragedia del coronavirus

In questi due mesi abbiamo seguito da vicino la tragedia che viveva la città di Bergamo e di Brescia, le due città più colpite dal coronavirus, che hanno pagato il prezzo più alto in termini di vite umane. In queste due città si sono registrati il maggior numero di morti. Nessuno dimenticherà i camion militari che trasportavano morti nelle città limitrofe per la cremazione, poiché Bergamo non aveva più dove mettere i morti. È una pagina difficile da dimenticare.
“Bergamo ha pagato un prezzo altissimo a causa dell’epidemia. Bergamo è chiamata ad elaborare una strategia di rilancio e di “adattamento”, velocemente – scrive il sindaco di Bergamo Gori – Siamo partiti da un documento della Giunta che illustra una visione generale e tante idee da mettere in pratica nei prossimi mesi. Ma questo è solo il punto di partenza. Ci aspettiamo il contributo delle rappresentanze politiche e sociali, dei portatori di interessi e dei cittadini, a cui daremo nelle prossime settimane la possibilità di partecipare con le loro proposte”.
Quando si sono riaperti i cancelli del cimitero monumentale di Bergamo, si è capito, oltre le foto che abbiamo visto in questi mesi, tutto il dramma che ha vissuto la città. Le storie che abbiamo ascoltato, ora si trovano tutte lì, in quelle tombe o quell’urna che raccoglie i resti dei tanti morti da coronavirus. Molti dei familiari ci hanno raccontato che dopo che sono stati portati via, loro non li hanno più visti, non hanno potuto donare un’ultima carezza, ricevere l’ultimo sorriso, niente, hanno appreso la notizia del loro decesso per telefono senza poterli salutare per l’ultima volta.
La riapertura dei cancelli del cimitero, per molti di loro, è stato come poterli riabbracciare dopo questi due mesi di calvario. Una volta dentro, hanno trovato un numero ad attenderli. Quel numero identificativo che indica dove è sepolto il loro congiunto. Un elenco infinito di numeri in colonna. La stessa colonna che formava i camion militari che trasportavano i morti o le tante bare ammassate nella chiesa del cimitero in attesa di sepoltura. La città di Bergamo abbraccia i suoi morti. Da oggi tutte quelle tombe delimitate tra loro da piccoli spartiti in legno, potranno finalmente avere un decoro, un nome e cognome, una foto che ricordi il sacrificio di chi è stato ucciso dall’epidemia. Tante storie che vanno raccontate affinché nessuno dimentica cosa sia successo in questo inizio 2020.

Redazione

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