Noi ricordiamo il giorno delle Foibe, le cosiddette vittime dei comunisti

ROMA- Oggi è il giorno delle foibe, quel ricordo di tante vittime trucidate innocentemente dall’accecante sete di vendetta si dice dei comunisti, eppure quel grande da farsi per ricordare le vittime delle foibe oggi non c’è.

Noi ricordiamo il giorno delle Foibe, le cosiddette vittime dei comunisti

ROMA- Oggi è il giorno delle foibe, quel ricordo di tante vittime trucidate innocentemente dall’accecante sete di vendetta si dice dei comunisti, eppure quel grande da farsi per ricordare le vittime delle foibe oggi non c’è. Oggi nessuno sta mettendo in prima pagina il giorno del ricordo, nessuno. Eppure queste vittime sono uguali alle vittime dei lager di Hitler. Ci dispiace che ci sia disparità tra morti, ma noi invece lo facciamo, perché le vittime delle brutalità della guerra sono tutte uguali.
Con la Legge 92 del 30 marzo 2004 in Italia è stato istituito nella giornata del 10 febbraio di ogni anno il “Giorno del ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Lo stesso provvedimento legislativo ha anche istituito una specifica medaglia commemorativa destinata ai congiunti delle vittime.
Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell’ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell’area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.
I vari governi italiani succedutesi negli anni mai consegnarono i responsabili dei crimini nei Balcani, sia a causa della così detta “amnistia Togliatti” intervenuta il 22 giugno 1946, sia perché il 18 settembre 1953 il governo Pella approvò l’indulto e l’amnistia proposta dal guardasigilli Antonio Azara per i tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948, a cui si aggiunse quella del 4 giugno 1966. All’epoca la sola città di Belgrado chiese di imputare oltre 700 presunti criminali di guerra italiani e i generali Mario Roatta, Vittorio Ambrosio e Mario Robotti, che non furono mai consegnati nonostante gli accordi internazionali prevedessero la loro estradizione.
Il 24 aprile 1975, Giovanni Leone, allora presidente delle repubblica italiana, partecipò alle celebrazioni per il tentennale della Liberazione a Trieste alla Risiera di San Sabba e il giorno seguente depose una corona di alloro presso la foiba di Basovizza, questo gesto provocò a distanza di poche ore una forte nota di protesta jugoslava tramite l’agenzia di stampa Tanjug e la corona venne rubata e bruciata . Nel 1982 Giovanni Spadolini allora Presidente del Consiglio dei ministri dichiarò le foibe di Basovizza e di Monrupino, ossia le uniche due foibe ove avvennero uccisioni esistenti nel territorio della repubblica italiana, monumenti di interesse nazionale; nel 2004 entrambi i luoghi diverranno “monumento nazionale” .