E sì, due anni di epidemia sono stati come due anni di guerra. L’Italia ha bisogno di essere ricostruita come lo fu nel dopoguerra. Oggi non ci sono macerie materiali da raccogliere, ma ci sono macerie psicologiche da rimarginare. C’è la stessa crisi economica che incombeva nel dopoguerra. Sembrano rose e fiori, ma non lo sono. Il nostro debito pubblico è aumentato. Non ora, ma già nel prossimo anno gli italiani saranno chiamati a ripianare i debiti dell’epidemia. Con una crisi economica in atto, sarà difficile che gli italiani risponderanno alla chiamata del governo. Non hanno più soldi. Non c’è lavoro per tutti.
Oggi ci ritroviamo un paese fermo, deserto, diviso in fazioni, per colpa delle sciagurate decisioni di un governo che non ha saputo salvaguardare le esigenze primarie dei cittadini. Dopo due anni non ha senso proseguire con le chiusure, coi green pass, mentre nel resto d’Europa hanno cambiato passo e ci si avvia verso la normalizzazione.
Tutti questi fattori incidono notevolmente sulla vita reale dei cittadini. Presi da due anni di restrizioni che hanno mandato l’Italia in un lockdown permanente. Queste sono le lacerazioni sociali che l’emergenza Covid ha esasperato volutamente.
In questi giorni gli italiani saranno alle prese con bollette impossibili da sostenere se i bilanci delle famiglie e imprese sono in rosso. In questo momento storico per il nostro paese esiste solamente l’incertezza. Non si riesce a guardare oltre le regole rigide messe in campo dal governo Draghi. Ormai le due fazioni di italiani è meglio che iniziano ad interrogarsi sul fatto che nessun vero rilancio, nessuna vera ripartenza si può fare a colpi di misure spot, ma ci vogliono concretezze a partire dal lavoro. Se il mondo del turismo è stato affossato dall’epidemia, esso va sostenuto, come vanno sostenuti tutti quei settori che hanno perso la normalità vivendo nell’incertezza quotidiana del domani. Come vanno messe in campo misure a sostegno di tutte quelle famiglie prive di sostentamento economico, poiché hanno perso il lavoro in questi due anni. Occorre ricostruire l’Italia, per farlo la politica deve ritornare a fare politica.