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Rifiuti e camorra, Viglione M5S presenta interrogazione sulla centrale biomasse di Calvi Risorta

NAPOLI-“Occorre rivalutare l’opportunità di concedere le agevolazioni alla Iavazzi Ambiente Scarl, società che ha in progetto la realizzazione dell’impianto a biomasse di Calvi Risorta perché, e che lo scorso agosto è stata colpita da interdittiva antimafia, per tentativi di infiltrazioni”. Vincenzo Viglione, consigliere del Movimento 5 Stelle ha depositato una interrogazione a risposta scritta rivolta al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e al suo vice, Fulvio Bonavitacola che ha anche la delega all’Ambiente.
“Nel 2013, la società Iavazzi Ambiente è stata inserita tra i soggetti destinatari delle agevolazioni per i programmi di investimenti riguardanti gli interventi a sostegno delle filiere delle biomasse – scrive Viglione nell’interrogazione – e a fronte di un impegno economico complessivo di 23,5 milioni di euro per realizzare l’impianto è risultata beneficiaria di agevolazioni per 17,2 milioni di euro”.
“Parliamo di un impianto con capacità di trattamento di 60mila tonnellate, pari a oltre la metà del fabbisogno totale della provincia di Caserta il quale – sottolinea – non risulterebbero presenti ne’ un piano di monitoraggio e controllo e ne’ la specifica delle tipologie dei rifiuti trattati. Per non parlare dei pareri non favorevoli dell’Asl e dalla Seconda Università di Napoli, e delle perplessità espresse anche dall’Arpac in virtù del fatto che l’impianto dovrebbe sorgere nelle immediate vicinanze dei centri abitati, situati tra 300 e 800 metri dall’impianto, ciò in contrasto con le linee guida per gli impianti di questo tipo per i quali il commissario di Governo della Regione Campania ha previsto una distanza di almeno 1000 metri”.
“Va anche ricordato – insiste Viglione – che l’area per realizzare l’impianto ricade nella zona denominata ex Pozzi Ginori, già colpita da inquinamento ambientale come dimostrato dai controlli e dagli scavi effettuati dal Copro Forestale dello Stati e dai Vigili del Fuoco che hanno riscontrato la presenza di rifiuti interrati fino a una profondità di 8 metri e classificati come pericolosi dall’Arpac”.
Viglione chiede inoltre se presidente e vicepresidente della Giunta regionale “considerata la condizione ambientale dell’area, ritengano opportuno considerare i pareri dell’Asl e dell’Arpac, e il rapporto tecnico della Seconda Università di Napoli per abbandonare il progetto”.

Redazione

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