ROMA-In pieno stile “politichese”, il Dipartimento Servizi Educativi ha atteso la chiusura delle attività per sottoporci il famigerato contratto di convenzionamento, imponendo un termine pressoché immediato per procedere con la sottoscrizione, nonostante le novità e le difficoltà introdotte dall’entrata in vigore della firma digitale. Durante le sudate ferie estive, abbiamo così scoperto che l’incremento delle tariffe stabilito dalla delibera di Giunta 266/2015 non solo si è rivelato molto distante dal 20% che uno studio accurato indica come termine di “congruità”, ma si discosta notevolmente anche dal quel 5% che a maggio 2015 la commissione di esperti incaricata da Roma Capitale individuava come “aumento minimo” da corrispondere nell’immediato. In definitiva, l’amministrazione ha accordato ai servizi convenzionati uno striminzito 3,6% che non sposta assolutamente nulla, così come una goccia non cambia il livello del mare: ancora oggi, a parità di servizio, l’amministrazione corrisponde ai nidi in convenzione meno della metà di quanto spende mensilmente per un bambino frequentante un nido pubblico. Ecco l’eredità della breve e deludente esperienza di Paolo Masini come Assessore alla Scuola di Roma Capitale! Nel frattempo, alcuni convenzionati hanno subito le conseguenze delle scelte scellerate operate dall’amministrazione negli ultimi anni. Tanto per fare due esempi: il nido Ipotesi Sette (XV Municipio) ha cessato ogni attività e altri, purtroppo, si apprestano a fare altrettanto; mentre in virtù dell’azzeramento delle liste d’attesa, dovuto al generale crollo delle iscrizioni, nel X Municipio sono rimasti numerosi posti vacanti e lo “storico” spazio Be.Bi. Elefantino Bianco è stato costretto a ridimensionare servizio e personale. Come se ciò non bastasse, un’associazione di genitori recentemente ha additato i convenzionati come responsabili dei gravi disservizi subiti nei nidi pubblici alla riapertura dell’anno educativo, proponendo un improbabile parallelo con le “maggiori risorse” a loro riconosciute. E’ evidente che è in atto una campagna mistificatoria volta ad alimentare discredito e dissenso, con l’unico intento di “coprire” incapacità e mancanze amministrative. Stanno mandando sul lastrico imprenditori onesti, che sono ancor prima educatori appassionati e comuni cittadini. E lo fanno a discapito delle famiglie romane. Ma non hanno ancora fatto i conti con la nostra determinazione: non abbiamo nessuna intenzione di cedere o di farci prendere per il… “naso”! Alla luce dei ritardi legati al convenzionamento e ai pagamenti mensili, abbiamo dato mandato al nostro studio legale di diffidare e mettere in mora ufficialmente il Comune di Roma affinché ottemperi agli impegni assunti con la sottoscrizione della convenzione stessa. Inoltre, abbiamo avviato una petizione online sulla piattaforma Change.org che ha già abbondantemente superato quota 500 adesioni e che presto consegneremo ai nostri “distratti” amministratori.