Gio. Mar 30th, 2023

Primavera 2011. Pavia. Nell’antica Università degli Studi, il canatutore e docente Roberto Vecchioni, reduce dalla vittoria al Festival di Sanremo, con la canzone “Chiamami ancora amore“, sta tenendo agli studenti del primo anno il corso dedicato alla canzone d’autore italiana. “Vedete, ragazzi, la canzone d’autore non è nata con Paoli, Tenco o De André…i cantautori sono sempre esistiti, fin dalla notte dei tempi…Il bisogno di trasmettere le emozioni attraverso le parole e la musica  è connaturato  nell’uomo…Pensate ai poeti greci e latini…le loro liriche cos’erano se non “canzoni”?…la metrica, l’alternanza degli accenti sulle sillabe, cui corrispondono suoni diversi, non è forse melodia?…”, principia la sua lezione, Vecchioni, continuando: “E poi, nel Medioevo, i trovatori o i poeti del “dolce stil novo”? …non componevano forse “canzoni”?…Da qui , dunque, è facile capire come si sia arrivati ai nostri cantautori!…ma prima di ripercorrere la storia della musica italiana e del cantautorato, vorrei saperne di più di voi…ecco per esempio: chi di voi suona e scrive brani , intendo testi e musica?…”. “Io , Prof Vecchioni!…”, risponde un ragazzo seduto in prima fila, aggiungendo: “Io canto e suono il sassofono e scrivo canzoni…”. “Ah, bravo, innanzitutto vorrei sapere come ti chiami e poi che genere di musica suoni?…”, domanda Vecchioni. “Mi chiamo Manuel e suono musica jazz…ma mio padre dice che è tutta una perdita il tempo e che devo concentrarmi sullo studio per laurearmi e trovare un buon lavoro …sì, insomma, le solite cose che dicono i genitori!…Però, se devo dire la verità, ultimamente, comincio a pensare che abbia proprio ragione!…”,sentenzia il ventenne, interrotto prontamente dal cantautore-docente. “Come ha ragione?…se suonare è la tua passione, come fai a dire che tuo padre ha ragione a dire che dovresti smettere?…”, chiede con tono meravigliato, Vecchioni. “Il fatto è che la strada della musica è difficile da percorrere…di ragazze e ragazzi della mia età che vogliono cantare e suonare ce ne sono tanti…e poi loro hanno di sicuro più fortuna e più intraprendenza di quanta ne abbia io…e senza questi due elementi, si resta ad esibirsi nella propria stanza per i parenti o al massimo per gli amici!…”, spiega il giovane Manuel. “Scusa, Manuel, ma chi ti ha detto queste cose?…Sì, è innegabile che la fortuna aiuti, ma senza talento e anima, un’occasione resta un’occasione…e poi non si fa il cantautore, lo si è!…Voglio dire: è un’esigenza ,come respirare, dire quel che si pensa o quel che si sente in musica e parole…”, afferma concitato il cantautore, riprendendo il discorso dopo un lungo sospiro, “Qualche anno fa ho scritto una canzone per dire a un ragazzo come te, un mio studente, di non smettere mai di sognare…Vedi, Manuel, vedete…noi, intendo noi adulti, vi abbiamo lasciato in eredità un mondo…un mondo che non so neppure definire…per cui non trovo un aggettivo, se non “cattivo” o “ingiusto”…Ma come dico in quella canzone, Manuel:  “Sogna ragazzo, sogna/ Non cambiare un verso della tua canzone/ Non lasciare un treno fermo alla stazione/ Non fermarti tu/ Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre/ perché hai già vinto, lo giuro/ E non ti possono fare più niente…”.

“Ogni canzone è una mera poesia. Ogni brano è una lezione di vita. Professore e cantautore.  Schivo, prima del concerto. Poi sale sul palco e si trasforma in un “giocoliere” di parole. Le sue canzoni non sono né retoriche né banali, ma storie vere, dense di metafore e prive di  fasullaggine”. Così, un giornalista, recensiva qualche tempo fa un concerto  del cantautore e docente Roberto Vecchioni. Nato a Carate Brianza, il 25 giugno 1943, da Aldo, commerciante di San Giorgio a Cremano e da Eva Picardi, casalinga di Napoli, cresce nella provincia lombarda insieme con il fratello minore Sergio. Laureatosi nel 1968 in Lettere Classiche presso l’Università del Sacro Cuore di Milano, dopo un periodo come assistente di Storia delle Religioni, insegna Italiano, Greco e Latino ,dapprima presso il Liceo Classico Cesare Beccaria e, poi, presso il Liceo Classico G. Bagatta di Desenzano del Garda,  alternando la carriera artistica di cantautore. Entrato nel mondo musicale come autore di testi di canzoni, pubblica il primo brano in collaborazione con l’amico musicista Andrea Lo Vecchio: si tratta della traduzione in italiano di “Barbara Ann” del gruppo Beach Boys. Poi, fra gli anni Sessanta e Settanta, scrive canzoni per Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Gigliola Cinquetti, i Nuovi Angeli, gli Homo Sapiens e le Figlie del vento, nelle quali si ravvisano già le tematiche presenti nei suoi brani futuri, quali: la nostalgia per il passato, il doppio, l’uso della storia come metafora del presente, e l’influenza di scrittori come Jorge Luis Borges. Ingaggiato dalle case discografiche CGD e CBS, conosce il cantautore Francesco Guccini e nel 1968 partecipa al Festival di Sanremo come autore della canzone “Sera“, cantata da Gigliola Cinquetti. Nello stesso anno, affermatosi come autore, incide per la Durium un 45 giri con sul lato A il brano “La pioggia” e sul retro “Uno disco scelto a caso”,ma il disco non raccoglie largo consenso e Vecchioni, trascorsi tre anni, passa alla casa discografica Ducale di Davide Matalon, per la quale nel 1971 incide il suo primo album “Parabola”, contenente la canzone “Luci a San Siro“, sui segue il disco “Saldi di fine stagione“. Nel 1973, ricevuto il premio della critica discografica italiana per l’album “Il re non di diverte“, partecipa al Festival di Sanremo come compositore e interprete de “L’uomo che si gioca il cielo a dadi”, brano classificatosi all’ottavo posto, e al varietà musicale della Rai Canzonissima. Incisa l’ultima canzone per la Ducale ,”La farfalla giapponese“, passa alla Phillips, con cui realizza i dischi di successo “Ipertensione” ed “Elisir“, per poi cimentarsi con la scrittura di brani per bambini della serie dei cartoni animati dei Barbapapà. Tuttavia, il consenso popolare arriva solo nel 1977 con la canzone e l’album omonimo, “Samarcanda“, successo interrotto bruscamente da una vicenda giudiziaria ,conclusasi con l’assoluzione definitiva, al termine della quale , nel 1980, torna in sala di registrazione per incidere il disco “Montecristo“, arricchito dai disegni di Andrea Pazienza, che firmerà anche le copertine degli album successivi. Sposatosi con la scrittrice Daria Colombo, madre dei suoi tre  figli: Carolina, Francesca ed Edoardo, riconquista la scena musicale nel 1992, con il brano “Voglio una donna“, presente nel disco “Camper”, con cui si aggiudica il Festivalbar. Già autore di raccolte di poesie e racconti, nel 2000 pubblica per Einaudi il suo primo romanzo “Le parole non le portano le cicogne“,seguito nel 2004, anno del pensionamento dalla sua attività di insegnante liceale , dal volume “Il libraio di Selinunte” e ,fra il 2006 e il 2009 ,dalle raccolte di racconti e di poesie: “Diario di un gatto con gli stivali“, “Volevo. Ed erano voli”e “Scacco a Dio”. Docente universitario di vari corsi dedicati alla storia della musica e della canzone d’autore italiana, nel 2006 duetta con i Nomadi al Festival di Sanremo, in veste di ospite, cantando il brano “Dove si va” e nel 2007 pubblica l’album “Di rabbia e di stelle“. Preso parte con altri cantanti alla realizzazione della canzone “Domani 21/04/2009“, dedicata alla popolazione colpita dal terremoto dell’Aquila, nel 2011 partecipa in gara al “Festival della canzone italiana”, convinto dall’amico e conduttore della manifestazione, Gianni Morandi, con il brano “Chiamami ancora amore”che si aggiudica oltre al primo premio, anche il Premio della critica Mia Martini nella sezione Artisti. Professore di Storia della musica italiana per l’accademia televisiva delle arti di Amici di Maria De Filippi, nel 2013-2014 incide il disco “Io non apartengo più” e recita prima un cameo nel ruolo di se stesso nella serie di Rai Uno “Un medico in famiglia” e, poi, il ruolo di “Vito” nel film di Sergio Castellitto “Nessuno si salva da solo“, tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini. Nel 2015, partito in tour con lo spettacolo musicale “Il mercante di Luce“, ispirato al suo romanzo “La vita che si ama”, scritto sottoforma di lettera indirizzata ai figli, lavora al nuovo album “L’infinito”,pubblicato nel 2018 , contenente gli interventi musicali di Francesco Guccini e Morgan. Professore di “Forme di Poesia in musica“, all’Università di Pavia e di diversi corsi monografici dedicati alla canzone d’autore italiana, nel 2020 duetta con Emma Marrone nella canzone “Autunno” di Francesco Guccini, presente nel disco omoggio “Note di viaggio-Capitolo 2: non vi succederà niente”, prodotto e arrangiato da Mauro Pagani. Vincitore dei Premi Tenco e Lunezia, insignito dalla Presidenza della Repubblica Italiana del titolo di “Ufficiale al merito”, di sé ha detto: “Quello che canto l’ho vissuto sulla mia pelle. A chi mi chiede: “Può la poesia salvare il mondo?”, rispondo : No,ma bisogna scriverla!. Io non sono un poeta, ma trasformo in versi la storia di quei poeti che spostano il cielo con un pensiero. Le mie parole, la mia musica vogliono essere un bagaglio di speranze anche  per i giovani, per quei tanti spaventati guerrieri o piccoli comici”.