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Roma, beffa del fisco sulle imprese romane: duemila euro in più sui rifiuti

ROMA-Certo l’Irap è rimasta stabile; così come l’Irpef, comunale e regionale. A documentare il peso del fisco sulle imprese romane è il consueto osservatorio “Comune che vai, fisco che trovi” di Cna nazionale che ha fatto i conti in tasca alle imprese una volta assolti i loro doveri nei confronti del fisco. Roma conquista il terzo posto, rimanendo sul gradino più basso del podio, dopo Reggio Calabria e Bologna. Un sospiro di sollievo per le imprese romane che fino a due anni fa erano le più tartassate d’Italia. Ma così non è. Perché se nell’anno in corso potevano sperare in uno sconto sulla Tari di ben 2mila euro, la speranza è stata vanificata dalla mancata applicazione, da parte del commissario, delle norme regolamentari che prevedevano l’azzeramento della Tari nelle aree in cui si producono rifiuti speciali.
Lo studio prende in esame un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto.
Tolti costi per macchinari, stipendi per 4 operai e un dipendente e altre spese, il suo reddito, prima delle imposte deducibili, è di 50mila euro. Dopo, il conto precipita a 15.116 (era a 17.139 nel 2011). Il 71,6% finisce al fisco (era il71,7% l’anno scorso). Circa metà (36,2%) di queste tasse e imposte finisce nelle casse del Comune. Ben 14mila euro solo per Imu, Tasi e Tari. Un conto salatissimo: + 61,5% in più quest’anno rispetto al 2011.
Invariate, rispetto all’anno scorso, le addizionali locali, quella Irpef regionale e quella comunale che ammontano quest’anno, rispettivamente, a 807 e 283.
E rimane stabile anche l’Irap, che quest’anno costa all’impresa-tipo 2.988 euro (3.109 l’anno scorso).
Da inizio anno a oggi, artigiani, pmi e commercianti della Capitale hanno lavorato solo per pagare le tasse. E continueranno a farlo fino al prossimo 18 settembre: 262 giorni a lavorare al fisco, 103 restano per la famiglia. Con l’applicazione del regolamento, avrebbero avuto 7 giorni di respiro in più. Oltre a duemila euro di risparmio.

Redazione

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