ROMA- Senza ombra di dubbio ha commesso molti errori, su questo non ci piove, ma non credo che tutte le responsabilità possono ricadere solo ed esclusivamente su di lei. Sto parlando di Virginia Raggi, che ieri il sondaggio Ipr Marketing-Il Sole 24 ore, la dà in calo di 23,2 punti e il suo gradimento in città si ferma al 44%. Nella classifica dei sindaci d’Italia pubblicata dal quotidiano della Confindustria la prima cittadina di Roma è inchiodata al penultimo posto, 103 di 104. Una situazione imbarazzante, certo, ma i guai della Raggi sono attribuibili di molto alla struttura del M5S, che non è funzionale e non affianca per niente chi viene eletto, specialmente se si tratta di un sindaco. Lo dimostrano i casi di Parma e Quarto, epurati per un niente.
I numeri negativi per la Raggi fanno male, perché la volontà di cambiare le cose l’ha messa davanti a decisioni che le hanno fatto commettere una serie di errori che adesso sta pagando. Ma la colpa dei problemi della capitale non sono suoi, sono problemi causati da un sistema di partiti che con il tempo hanno distrutto la capitale. Partiti storici che non hanno fatto gli interessi dei cittadini, ma solo quelli dei partiti e degli uomini che c’erano dentro, per costruire quella macchina di voti capaci di garantire sempre la permanenza nei banchi del potere politico. Insomma, la Raggi è al campidoglio da pochi mesi, e deve raddrizzare le sorti di una città distrutta da un trentennio di cattiva politica dei partiti.
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