ROMA- Garantire agli alunni con disabilità centralità nel sistema scolastico, contribuendo ad assicurare loro il pieno rispetto del diritto costituzionale all’istruzione e mettendo ordine nel quadro normativo e nell’erogazione dei servizi. Questo l’obiettivo della proposta finalizzata all’elaborazione di un Regolamento che disciplini il ruolo degli AEC, gli operatori impegnati nell’assistenza all’autonomia in favore degli alunni con disabilità.
Un traguardo che si intende raggiungere tramite il coinvolgimento di famiglie, operatori, dirigenti scolastici, educatori e organizzazioni del settore. L’impegno è certificato anche dall’ultima variazione al bilancio di previsione 2017-19, approvata lo scorso 23 giugno dalla giunta capitolina, che prevede lo stanziamento di oltre 6,5 milioni di euro in più per i prossimi tre anni per il servizio dell’assistenza educativa agli alunni con disabilità con il preciso scopo di ridurre le ingiustificate differenze territoriali.
Il testo è stato presentato dalla sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi, insieme all’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale Laura Baldassarre, alla Presidente della Commissione Scuola Maria Teresa Zotta, al Vice Presidente della Commissione Scuola Nello Angelucci e alla Presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute, Maria Agnese Catini.
La proposta è incardinata su alcuni principi base:
– Rendere uniforme il servizio sul territorio cittadino sia per quanto attiene le modalità di assegnazione del monte-ore agli alunni con disabilità che per le caratteristiche del servizio stesso: si tratta di due aspetti che allo stato attuale variano da Municipio a Municipio e addirittura da scuola a scuola. L’assegnazione del monte-ore deve necessariamente legarsi al fabbisogno di ogni singolo alunno valutato dall’ASL, secondo rigorosi criteri. Il compito di delineare e rendere operativo questo modello sarà affidato a un tavolo interistituzionale.
– Riportare l’alunno al centro del servizio attraverso l’assegnazione del monte-ore all’alunno e non alla scuola. In questo modo viene garantito il diritto individuale all’assistenza educativa scolastica, salvaguardando la flessibilità del servizio per tutto ciò che interessa l’inclusione e l’interazione con il gruppo scolastico.
– Perseguire l’equo diritto all’istruzione sul territorio romano attraverso un processo strutturato di equa distribuzione delle risorse.
– Creare un sistema di monitoraggio qualitativo del che preveda il coinvolgimento delle famiglie e i cui risultati siano pubblici. In questo modo si intende instaurare un meccanismo virtuoso di concorrenza nel mercato che produrrà un servizio sempre più qualificato.
– Attuare modalità di selezione dell’organismo uniformi sul territorio capitolino. L’ipotesi prevista è la qualifica degli organismi attraverso un sistema di accreditamento fondato su bandi pubblici e, allo stesso tempo, recepire la volontà delle famiglie attraverso l’organo scolastico più prossimo, cioè il Consiglio d’Istituto.
– Puntare sulla professionalità degli operatori garantendo, nei limiti delle competenze dell’ente locale, i diritti fondamentali di lavoratori attraverso l’inquadramento funzionale del servizio. Il servizio infatti deve essere distinto, complementare e non sostitutivo rispetto all’attività didattica degli insegnanti e rispetto al supporto del personale scolastico adibito ad incarichi non didattici. Un altro obiettivo è l’individuazione di requisti curriculari, problema sino ad oggi mai affrontato. È necessario inoltre organizzare una formazione professionale obbligatoria in capo agli organismi, e provvedere alla possibilità di consumazione del pasto nei casi previsti dal PEI.
– Collocare il servizio nelle competenze del Dipartimento Scuola e poi nelle direzioni socio-educative municipali.
Nel complesso è necessario mettere a punto un percorso di inclusione sistemica delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita pubblica, riportando in primis tutti i servizi e le specificità connesse all’interno delle appropriate sedi di competenza.