ROMA – Come ricostruisce La Repubblica, Antonio Casamonica era entrato nel bar di via Salvatore Barzilai con il cugino Alfredo Di Silvio. Dietro il bancone c’era un ragazzo romeno. “Questi romeni di merda non li sopporto proprio”, hanno urlato perché non sono stati serviti immediatamente. All’interno del locale c’era anche una giovane disabile che si è ribellata: “Se il bar non vi piace andate altrove”. La reazione è stata brutale. Casamonica le ha strappato con una mano gli occhiali e li ha lanciati dietro al bancone, poi si è sfilato la cintura dai pantaloni e la ha passata a Di Silvio. Hanno preso la giovane alle spalle, l’hanno frustata e poi presa a calci, pugni fino a quando è crollata a terra massacrata. “Se chiami la polizia ti ammazziamo”, è stata la minaccia finale.
Questa la cronaca della prepotenza di malavitosi che lo stato non riesce a rinchiudere dietro le sbarre a vita, perché questi soggetti sono irrecuperabili. Infatti dopo aver picchiato al disabile, i prepotenti sono ritornati nel bar ed hanno sfasciato tutto. Il proprietario ha denunciato tutto, tanto che poi nel bar è ritornato il nonno dei soggetti del clan, ha ordinato un caffè, ed ha intimato il titolare del bar aa ritirate la denuncia altrimenti finiva male. il proprietario ha tenuto chiuso il locale per diversi giorni preso dalla paura. A questo punto la moglie non ci sta ed ha riaperto il locale, perché non vuole buttare al vento tutti i sacrifici fatti per aprire il locale.
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