ROMA- Alla Direzione del Pd, come prevedibile, passa a larga maggioranza la linea di Matteo Renzi: congresso da avviare subito e da tenere, con le primarie finale, ad aprile. È questa la linea del segretario del PD uscita fuori ieri dalla direzione nazionale. Si avvia così la fase precongressuale che in breve tempo deve portare al congresso e poi alle primarie di partito.
I mal di pancia all’interno del partito sono tanti. Ora c’è da capire se realmente la scissione è un atto dovuto, oppure tutti rientreranno nei ranghi del partito. La soddisfazione di Renzi è quella che vede la sua maggioranza compatta in torno alla sua figura, ma c’è l’altro nodo dolente: capire le realtà locali cosa ne pensano di Renzi.
Ed è proprio nelle realtà locali che Renzi perde, perché i simpatizzanti del PD mal digeriscono le politiche dell’ex premier e le scelte fatte durante il suo governo. È ben chiaro che un partito non è la direzione nazionale, il congresso, le primarie, poiché sono uomini e donne che girano intorno al partito ma, cosa ben diversa, è l’elettorato che devo votare alle prossime elezioni che non si fida del PD e di Matteo Renzi.
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