MILANO- Una storia che rende giustizia in questo mondo di assurdo, dove al centro di tutto c’è la scellerata corsa al denaro delle istituzioni, e per fare soldi si inventano di tutto. Io gioco invece di essere contrastato e abolito del tutto, le istituzioni invece lo incrementano e lo rendono lecito. Ma questa volta un giudice ha assolto una donna dalla accusa di furto. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Milano, nei confronti di una donna che rubava, ma lo faceva perché malata di gioco d’azzardo. Una mania che per lei era diventata una vera e propria dipendenza, e che quindi le ha consentito di essere giudicata incapace di intendere e di volere. La decisione è stata prese dalla Settima sezione penale del Palazzo di giustizia del capoluogo lombardo, che ha ritenuto la donna di fatta “malata” di gioco d’azzardo compulsivo, come racconta la “Repubblica”. “Una sentenza di importanza fondamentale”, dice la presidente dell’associazione Azzardo e nuove dipendenze Daniela Capitanucci, perché “per la prima volta in un’aula di giustizia si riconosce che chi è affetto da dipendenza patologica da gioco è un soggetto fragile che va protetto, anche nell’interesse della società che lo circonda”.
La donna, 44 anni, racconta a Repubblica di aver cominciato a lavorare come collaboratrice domestica per pagarsi le spese di gioco, da cui è dipendente dal 2011. Viene sorpresa a rubare gioielli nel 2012 in una casa, ma la sua occupazione principale è in un centro commerciale dell’hinterland milanese, dove fa la gelataia, e dove passa ore alle slot machine spendendo tutti i soldi che ha in tasca, come ha ammesso lei stessa in udienza. Alla lettura della sentenza, la donna ha detto in lacrime: “E’ vero, ho rubato, ma non ero io. Non potevo fermarmi e non sapevo quello che facevo”. Un medico ha diagnosticato il disturbo patologico della donna, e i giudici l’hanno prima assolta e poi affidata alle cure del Sert, il servizio sanitario che si occupa dei tossicodipendenti.
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