Autunno 1921. Milano, teatro Alessandro Manzoni , austero edificio costruito nel 1870 , intitolato al letterato del Romanticismo italiano , autore del celebre romanzo : “I Promessi sposi” . Nel foyer vuoto , illuminato sul far della sera da un grande lampadario con pendagli di cristallo , echeggiano dall’interno della sala le voci degli attori della compagnia Ruggeri-Borelli-Talli , impegnati nella lettura del primo atto del dramma “Enrico IV” , scritto da Luigi Pirandello , presente in platea . “No , Nooo , Alda , non ci siamo , così non va , non siete abbastanza convincente ! ; la vostra interpretazione manca di sentimento : non sentite, non sentite affatto la parte!” . “Talli , io sto facendo del mio meglio , ma il contesto mi è avverso , per non dire ostile!” , si giustifica l’attrice , suscitando le ire del collega-regista : “Che cosa volete dire… sono forse un tiranno , un despota che non concede ai suoi attori sempre la massima libertà di espressione ?…” . “Intendo dire che a me , più che ad altri , non concedete alcuna possibilità di errore!” , sbotta adirata la Borelli, “Al Ruggeri , viene perdonata non solo la grave manchevolezza di dimenticare le battute , ma addirittura gli è concesso di far capricci da divo, assecondando il suo egocentrismo a dispetto di ogni regola di buona educazione e di galanteria ….Non fate lo gnorri , Talli , sapete benissimo a cosa mi riferisco : non foste voi , all’indomani di una sua sfuriata , a ordinare al tipografo di comporre sulla locandina dello spettacolo il suo nome in caratteri più grandi rispetto a quelli usati per gli altri attori e di scriverlo in testa ? ….Inoltre , non è forse vero che da giorni il Ruggeri diserta le prove non incorrendo per questo in alcuna sanzione ?…”. “Cara Alda,francamente trovo inopportuna questa vostra sfuriata!” , l’ammonisce il capocomico-impresario , continuando : “Se non vi conoscessi quale donna di buon senso , crederei di avere di fronte una donnetta isterica e dissennata….Ruggero Ruggeri è un grande attore , la sua è una voce unica nel teatro italiano e voi dovreste essere onorata di recitare insieme con lui!…La sua persona è colta e raffinata : Ruggeri è un gran gentiluomo e il silenzio , il suo non dire in questa circostanza così imbarazzante lo dimostrano!” . “Sapete cosa vi dico , amabilissimo Talli ? , siccome la mia voce non è unica e la mia persona non è nè colta nè raffinata , me ne vado!” , ribatte l’attrice , aggiungendo: “Fatemi sostituire dalla Marchiò, la poverina è abituata a rivestire ruoli di comprimaria , perchè oramai è chiaro : la scena è tutta di Ruggeri , noi , qui , siamo tutti comparse !…Addio , “la donnetta isterica e dissennata” lascia per sempre la compagnia!”.”Fate , fate pure! e già che ci siete abbandonate anche la recitazione : vedrete che il pubblico non se ne avrà a male , anzi vi ringrazierà !” , la incalza,presa la parola , Luigi Pirandello che , chiosando, invita Ruggeri a proseguire con la lettura del testo : “Ruggeri , prego , andate avanti voi ! ….Desidero ascoltare la vostra voce , perchè essa valorizza la mia scrittura ricca di sottigliezze lievi e a un tempo drammatiche , riuscendo a esprimere un dolore tutto interiore , misurato , sommesso e allusivo , per niente enfatico”.
“Maestro d’ogni composto ardire” . Questo l’epitaffio che lo scrittore Luigi Pirandello volle fosse inciso , a pochi giorni dalla scomparsa dell’attore , sulla sua lapide. Nato a Fano(Pesaro-Urbino) il 14 novembre del 1871 , da Augusto, professore di filosofia e preside del Liceo-Ginnasio Guido Nolfi e da Corinna Casazza , esponente di una nobile famiglia di Guastalla , Ruggeri, ancora bambino , si trasferì con la famiglia dapprima a Firenze e poi a Venezia , dove trascorse l’adolescenza e conseguì la maturità classica. Appassionatosi al teatro dopo aver assistito a uno spettacolo di Cesare Rossi , promise al padre di laurearsi prima di intraprendere la carriera d’attore. Morto improvvisamente il genitore , nel 1866 , a causa delle ristrettezze economiche, fu costretto a interrompere gli studi e a cercare asilo con la madre presso la zia Enrichetta , residente a Bologna . Entrato in numerose compagnie ( Benincasa , Monti , Novelli ,Talli-Gramatica-Calabresi e Paradossi) in qualità di “generico” e “amoroso” , a partire dai primi del Novecento fu promosso “capocomico” e recitò al fianco di prime donne come: Emma Gramatica , Lyda Borelli , Tilde Teldi e Vera Vergani. Esordito nel cinema muto , interpretando le pellicole dirette da Enrico Guazzoni , Augusto Genina , Nino Oxilia ed Eleuterio Rodolfi : “L’istruttoria”,“Lulù o un rendez vous a Montmetre”, “Il sottomarino n.27”, “Papà” , “Il principe dell’impossibile” e “Amleto” , nel 1921 fondò con Virgilio Talli e Alda Borelli la “Compagnia Nazionale” , scioltasi dopo un solo anno di attività per via della mancanza di sovvenzioni statali . Stimato dal duce del fascismo , Benito Mussolini , ottenne nuovi finanziamenti con i quali diede vita a svariate compagnie , scoprendo così nuovi talenti della recitazione come : Paola Borboni e Rina Morelli. Riconosciuto dai critici quale : “Artista aristocratico e dicitore di grande stile” , si espresse soprattutto attraverso una dizione asciutta e sobria , impreziosita dal gesto e dall’atteggiamento. Apprezzato dal poeta Gabriele D’Annunzio , che lo scelse per impersonare “Aligi” nel suo dramma ” La Figlia di Iorio”, alternò alla tragedia le commedie leggere e sentimentali ( “Goldoni e le sue sedici commedie nuove”e “La satira e il Parini” di Paolo Ferrari , “Più che l’amore” e “Parisina” di Gabriele D’Annunzio e “Il piccolo Santo”di Roberto Bracco). Separatosi dalla francese Germaine Darcy , negli anni Trenta fu ingaggiato dall’impresario Remigio Paone e dallo scrittore e drammaturgo siciliano Luigi Pirandello , che gli affidarono l’interpretazione di personaggi intensi e tormentati nelle pièce : “Il piacere dell’onestà” , “Il gioco delle parti” , “Tutto per bene” ed “Enrico IV” . Nonostante il largo consenso di pubblico e di critica ottenuto grazie al teatro , Ruggeri non trascurò il cinema , recitando nei film sonori : “La donna di una notte” di Amleto Palermi,“Quella vecchia canaglia” di Carlo Ludovico Bragaglia , “La vedova” di Goffredo Alessandrini e “Il documento” di Mario Camerini. Cimentatosi anche nel repertorio teatrale internazionale (“Demi-monde”e “Amico delle donne”di Dumas figlio , “Romanzeschi” di Rostand , “L’artiglio” di Bernstein, “Baci perduti” di Birabeau , “Amleto”e “Otello” di William Shekespeare “La resa di Berg-Op-Zoom” , “L’attore” , “Debureau” , “Jacqueline”, “Castelli in aria” e “Nuovo Testamento” di Sacha Guitry) , si esibì dinanzi al pubblico inglese , francese e sudamericano . Credibile nei panni del “Cardinale Borromeo”, impersonato nella versione cinematografica dei “Promessi sposi” , diretta da Mario Camerini , nel decennio Quaranta , fu scritturato dal regista Luchino Visconti ed entrò nella compagnia Stoppa-Morelli-Gassman-Gioi-Mastroianni , prendendo parte alle rappresentazioni: “Come vi piace” di Shekespeare e “Oreste” di Vittorio Alfieri . Trascorsi gli ultimi anni tra tournèe italiane ( “Assassinio nella cattedrale”, “Il pensiero di Leonid Andreev” , “I Dialoghi di Platone”) e mondiali (portò in scena a Londra l’“Enrico IV” diretto da Laurence Olivier e in Sud America “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello ), da poco passati i settant’anni , le sere del 23 e del 24 maggio del 1953 recitò sul palcoscenico del teatro Mediterraneo di Napoli , replicando il successo del dramma pirandelliano “Tutto per bene”. Sopravvissuto a un attacco di cuore , si ritirò nella sua abitazione milanese , nella quale , colto da tromboflebite , spirò il 20 luglio . La cerimonia funebre , svoltasi nella chiesa di S. Alessandro , si concluse presso il cimitero monumentale , dove un lungo corteo salutò l’attore , che , all’indomani della sua scomparsa , fu celebrato dal giornalista de “Il Messagero” Ermanno Contini con queste parole : “E’ morto Ruggero Ruggeri , il più grande attore del teatro italiano. La straordinaria carica emotiva che arricchiva la sua voce di risonanze amare , strazianti e pur dolcissime , non troverà , credo , riscontri . Era irresistibile , arrivava in fondo all’anima , la turbava , la rapiva , la esaltava con una tale semplicità di mezzi chè impossibile capirne e spiegarne il segreto. Era una voce poetica , una voce cioè che di per se stessa sapeva conferire la vita alle parole , avvolgendole in quell’aura misteriosa , tra malinconia e musica , che è l’essenza della poesia” .