Ormai è un vizio di forma di ogni governo che guida l’Italia: ogni volta che c’è da salvare le banche tutti sugli attenti e pronti a prendere i soldi dei cittadini italiani e fare le crocerossine nei confronti degli istituti di credito che, prima fanno guai, e poi gli italiani devono intervenire per ripianare i loro buchi. L’hanno fatto quasi tutti i governi italiani. Però se c’è da salvare un poveraccio tutti se ne lavano le mani.
Fanno orecchie da mercanti: il poveraccio non gli interessa. Mentre le banche sono soggetti privilegiati, un artigiano, una piccola impresa, un commerciante, nessuno li aiuta. Lo stato non interviene mai per evitare che a questi soggetti la vita scivoli via verso la totale disperazione. Anzi, forse li additano pure come evasori, senza capire che loro non hanno più la capacità di poter pagare. Gli fanno chiudere tutto, e finché non l’hanno reso una nullità, lo stato di polizia non li lascia in pace. Per le banche questo non succede, come non succede per i grandi gruppi imprenditoriali e industriali. No, in questi casi lo stato interviene subito. I governi italiani e la politica tutta, sono un insieme di paradossi che colpisce solo i più deboli.
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