Categories: Cronaca

Sandro Mayer: “Il direttore della gente”

Autunno 2018. Milano, Corso Magenta. Nella redazione del settimanale “Dipiù”, la cui sede si trova a pochi passi dal centro storico, è in corso una riunione, presieduta dal direttore della testata, Sandro Mayer. “Buongiorno ai miei giornalisti e buon inizio settimana a tutti!…”, esordisce Mayer, continuando: “Ho voluto che foste tutti presenti, perché devo comunicarvi una notizia molto importante!…”. “Ohé, direttore, non dobbiam mica preoccuparci?…non ci saranno tagli o licenziamenti in vista, spero?…No, perché, con i tempi che corrono, non si sa mai!, non si può stare affatto tranquill!…”, lo interrompe un redattore, preoccupato. “Ma nooo!, ma vaaaa!…lasciami finire, ti prego!…”, lo ammonisce il direttore, spiegando: “Voi sapete quanto io tenga ai miei, ai nostri, lettori…e sapete anche quanto tenga a fornire loro un’informazione di qualità…niente chiacchericcio da comari, né false notizie per un puro scopo commerciale, ma la verità ,l’umanità e la professionalità delle persone di Spettacolo, raccontate in maniera semplice e con empatia!…Ma fare questo non basta!, è arrivato il momento di compiere un salto di qualità…Io ho un’idea e vorrei confrontarmi con voi, sentire cosa ne pensate…Le statistiche parlano chiaro : in Italia, a leggere, speciamente libri, sono in pochi…e badate che un simile dato si riferisce al pubblico adulto…Infatti, se guardiamo ai giovanissimi, la percentuale è ancor più bassa!…Io vorrei fare qualcosa, contribuire a invertire queste cifre, insomma!…Mi piacerebbe divulgare, ecco!…A modo mio, a modo nostro, s’intende!…Quindi ho pensato che si potrebbe dar vita a un mensile in cui spieghiamo i grandi autori della Letteratura italiana, come : il Leopardi, il Pascoli, tramite i fumetti!…Voi che ne dite, potrebbe funzionare?…Oh, ovviamente, sareste tutti coinvolti!…”, li rassicura il direttore, al termine del suo discorso. “Un mensile, cartaceo, a fumetti e per di più di Letteratura?…Scusa, direttore, ma i nostri lettori di riferimento non sono le massaie, le nonne, gli anziani?…Cosa vuoi che gliene importi alla “casalinga di Voghera” del Leopardi?…”, obietta uno dei giornalisti. “Ma che dici?, spero tu stessi scherzando!…se così non fosse, avresti detto una cosa di una gravità inaudita!…Secondo te una casalinga, anziana o giovane che sia, che non ha avuto a disposizione i mezzi per studiare e, quindi non ha un titolo di studio superiore, non ha diritto di fruire della Cultura, della bellezza della pagina di un grande autore?…No, io non ci sto, non acconsento a questo genere di ragionamenti!…La Cultura non deve essere elitaria!…il bello deve appartenere a chiunque desideri accedervi e migliorarsi!…Perciò, noi aiuteremo i nostri affezzionati lettori a farlo!…Dunque, non solo gli amori di Belen, i matrimoni dei reali e le interviste ai personaggi di successo della Tv, ma anche argomenti di Letteratura!…E poi, vi siete dimenticati il vostro scetticismo quando decisi di pubblicare sul nostro settimanale la storia di Padre Pio a puntate?…Dicevate tutti che non avrebbe funzionato e, invece!…Vi ricordate quante lettere arrivarono per dirci di continuare a raccontare i miracoli del Santo?…Vedrete : andrà bene anche stavolta!…Io ho fiducia nei lettori e loro la ripongono in me, in noi…E poi : sono o non sono “il direttore della gente”?”.
“Ha cambiato il mestiere di giornalista. La sua forza era la capacità di mescolare l’alto e il basso, formula sempre buona per avere un’ampia platea”. Questo il ricordo del giornalista, scrittore e opinionista televisivo Sandro Mayer, apparso sulle colonne del “Corriere della Sera”, a poche ore dal diffondersi della notizia della sua improvvisa scomparsa. Nato a Piacenza il 21 dicembre del 1940, dopo un’infanzia e un’adolescenza trascorse a Napoli, negli anni Sessanta si trasferisce con la famiglia a Milano, dove si laurea in Scienze politiche. Attratto dalle lingue straniere e dal fascino della swinging London, decide di partire per la capitale inglese, rifiutando di impiegarsi nell’azienda automobilistica Fiat. Quindi, alternato il lavoro di cameriere a quello di traduttore, si avvicina al Giornalismo, per il quale scopre di avere una passione e un’attitudine indomabili. Così, tornato nel Belpaese all’inizio del decennio Settanta, divenuto finalmente giornalista, dopo una lunga gavetta in qualità di inviato speciale, ottiene la direzione delle riviste femminili “Bolero”,“Dolly” e “Novella 2000”. Successivamente al timone del periodico della Mondadori, “Epoca”, dal 1983 al 2003 dirige il settimanale “Gente”, grazie alla cui ampia tiratura, si consacra come “il direttore della gente”. Fiero di rivolgersi a una platea popolare di lettori, (“Ho vissuto a Napoli e mi sono formato ascoltando la gente dei bassi, mescolata all’aristocrazia partenopea”, amava ricordare), si dimostra capace di passare, con la stessa disinvoltura e naturalezza, dalla pubblicazione di un inserto sull’alimentazione e le diete dei personaggi noti a quella di interviste a leader politici e religiosi del calibro di : Ronald Regan e Indira Ghandhi. Dal 13 dicembre 2003 alla guida dei settimanali “Dipiù” e “Dipiù Tv”, fondati grazie al sodalizio editoriale stretto con l’imprenditore Urbano Cairo, coltiva contemporaneamente l’interesse per la narrativa e il teatro, scrive infatti romanzi quali : “Il silenzio dei sogni” e “Bivio d’amore”, divenuti in seguito opere teatrali di cui è, allo stesso tempo, autore-adattatore e regista. Uomo di profonda Fede, dedica svariati saggi al tema religioso, approfondendo la vita di santi come San Pio da Pietralcina(“La grande storia di Padre Pio”, edito da Cairo nel 2008) e l’interpretazione di testi sacri quali la Bibbia ( “La grande storia della Bibbia.Dalla Creazione a Mosè”, edito da Cairo nel 2010). Amato e stimato anche dalle giovani generazioni, per via delle sue partecipazioni in veste di opinionista e giurato a seguitissime trasmissioni Rai ( “Domenica in” e “Ballando con le stelle”) e Mediaset (“Buona Domenica”), è scomparso improvvisamente il 30 novembre scorso, alla viglia del settantottesimo compleanno, presso l’ospedale San Raffaele di Milano, in cui era ricoverato da diversi giorni per via di un’infezione. Assistito dalla moglie Daniela, con cui era sposato da cinquant’anni, e dall’unica figlia Isabella, che lo ha reso nonno di due nipoti, è stato salutato dai familiari, dagli amici, ma soprattutto dai suoi lettori, nel corso della cerimonia funebre, tenutasi a Milano, la mattina del 3 dicembre, nella chiesa di San Babila. Numerosi gli omaggi social dei colleghi , (su tutti quello della conduttrice del sabato sera di Rai Uno, Milly Carlcucci : “Ciao Sandro, ci volevamo davvero bene…grazie dei tuoi consigli…mi mancheranno…”) e le dichiarazioni di affetto, come quella rilasciata dalla giornalista e conduttrice Eleonora Daniele : “Ricordo quando fu ospite ,un anno fa, a “Sabato italiano”…in quell’occasione gli dedicammo una lunga intervista in cui ricostruimmo la sua storia, la sua infanzia, mi raccontò del rapporto con la mamma…si aprì molto, aiutato dalle immagini che avevamo raccolto. Ma il momento più toccante fu quando mostrò un piccolo crocifisso che portava al collo e mi disse : “Lo tocco nei momenti difficili” e si emozionò molto…Siamo sempre stati abituati a vederlo nel suo ruolo professionale di giornalista, in quel momento vedemmo la persona, la sua forza, la sua emotività , la sua generosità. […]Era un uomo appassionato del suo lavoro, che riusciva a conciliare la professionalità con il suo aspetto più popolare, perché amava le cose belle ed eleganti. La bellezza era una cosa che lo circondava e che ricercava, dentro e fuori di sé. Era molto legato ai dettagli, ai particolari. Questa era la sua cifra : la capacità di tradurre i sentimenti in cose belle. In questo lo aiutava aver avuto una grande famiglia d’origine e una propria con la figlia Isabella, cui vanno tutte le mie condoglianze”.

Redazione

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