Sab. Giu 10th, 2023

Alla vigilia della 72° edizione del “Festival della canzone italiana”, ripercorriamo insieme la storia della gara canora più longeva della Televisione. Questa settimana, gli anni dalla prima messa in onda radiofonica, nel 1951, alla prima edizione televisiva del nuovo Millennio.

Cominciamo  dalle origini, datate 1951, quando il direttore degli eventi e delle pubbliche relazioni del Casinò di Sanremo, Angelo Nicola Amato, e il conduttore radiofonico Angelo Nizza, decisero di creare una manifestazione musicale per incrementare il turismo nel comune ligure anche nei mesi invernali. Fu così che, il 29 gennaio 1951, trovato un accordo con l’EIAR di Torino  e con le case discografiche di Milano, nel salone delle feste del Casinò, si tenne la prima edizione radiofonica del Festival, poiché in Italia non erano ancora cominciate le trasmissioni della Televisione.

A condurre , fu Nunzio Filogamo e la prima vincitrice , su soli tre cantanti che si alternarono nell’esecuzione di venti brani, fu Nilla Pizzi, con la canzone “Grazie dei fiori”.

Nulla di nuovo, poi, nella seconda edizione, che vide trionfare ancora la Pizzi con ben tre brani: “Vola colomba”, aggiudicatosi il primo posto, “Papaveri e papere”, il secondo, e “Una donna prega”, il terzo.

Nella terza edizione, quella del 1953, invece, fu introdotto il primo cambio di regolamento, ovvero l’obbligo della doppia interpretazione, con due orchestre diverse, per ogni canzone: una, di tipo “classico”, affidata alla direzione del maestro Cinico Angelini e una di tipo “moderno”, diretta da Armando Trovajoli.

Ma la vera e propria rivoluzione, la trasmissione della manifestazione in diretta radio Tv e in Eurovisione, avvenne nel 1955, un anno dopo l’inizio, sul primo canale della Rai-Radio Televisione italiana, dei programmi sperimentali e delle rubriche come  “Arrivi e partenze”, condotta dall’esordiente Mike Bongiorno

Se nei primi anni dell’evento sanremese, a trionfare furono la melodia e i brani dai testi inneggianti all’amore, fu solo nel 1958 che si aprì una nuova fase nella storia del Festival. Quell’anno, difatti, a vincere , con la canzone “Nel blu dipinto di blu”, meglio nota come “Volare”, fu la coppia : Domenico Modugno-Johnny Dorelli, che inaugurò l’era del “cantautorato” e degli interpreti, proseguita,nel 1961, con la vittoria di Renato Rascel e Tony Dallara, con il brano: “Romantica”.

Gli anni Sessanta, scanditi dalle conduzioni di Mike Bongiorno (dal 1963 al 1967), videro l’esordio ,sul palco del Festival, degli “urlatori”, come Mina, che vi partecipò con “Non sei felice”, “E’ vero”, “Io amo tu ami” e “Le mille bolle blu”, dei cantautori, tra i quali Umberto Bindi (che presentò in gara la canzone : “Non mi dire chi sei”) e Gino Paoli (che , in coppia con Tony Dallara, eseguì il brano: “Un uomo vivo”), e dei gruppi “beat”. Tuttavia, il podio, nel corso degli anni, fu appannaggio di canzoni melodiche e tradizionali.

Nel 1964, ad esempio, anno nel quale la partecipazione alla gara, in abbinamento ai cantanti italiani,  fu estesa anche a cantanti stranieri come: Paul Anka, Gene Pitney e Ben E.King,  a conquistare l’ambito Leone sanremese e l’Eurovision Song Contest (la manifestazione canora dei Paesi dell’allora Comunità Europea ,  cui per diritto partecipava , in veste di rappresentante dell’Italia, il cantante vincitore della kermesse ligure) , fu la sedicenne Gigliola Cinquetti, con la canzone : “Non ho l’età (per amarti)”.

Intanto, nel 1966, archiviata l’innovazione dell’accoppiata “celebrità internazionali e interpreti italiani” in gara, i cantanti iniziarono a presentare nella competizione canora brani dai risvolti sociali: fu quello, infatti, l’anno in cui il “molleggiato”, Adriano Celentano, tornò sul palco del Casinò sanremese con la canzone “ambientalista”: “Il ragazzo della via Gluck”, subito eliminata, ma apripista per i brani in concorso nel 1967: “La rivoluzione” di Gianni Pettenati e “Proposta” de “I Giganti”. E proprio l’edizione del 1967, oltre che dai “fermenti rivoluzionari”, fu segnata dal suicidio del cantautore, della “scuola genovese”, Luigi Tenco, in gara con la canzone “Ciao amore, ciao”, cantata in coppia con la compagna Dalida, e incentrata sul tema dell’emigrazione dalla campagna alla città e del disagio dei ceti contadini nei riguardi del “miracolo economico” e della società industriale e consumistica.

L’eliminazione del brano dalla finale, fu alla base del gesto di “protesta” del cantautore, almeno secondo quanto scritto in  un biglietto di addio lasciato da quest’ultimo nella stanza dell’albergo in cui alloggiava e dove fu ritrovato privo di vita. Fu dunque con la morte di Tenco, fatto  cui, durante le serate conclusive del Festival, non si fece alcun riferimento, che ebbe fine  il periodo d’oro della kermesse, sul quale, come sull’Italia, iniziarono a spirare i venti del Terrorismo.

Nonostante questo, però, l’edizione del 1968 , presentata per la prima volta dal conduttore, Pippo Baudo, reduce dal successo del programma della domenica pomeriggio “Settevoci”, avvalendosi della collaborazione dell’attrice Luisa Rivelli, offrì il meglio della musica leggera in circolazione a quel tempo in Italia.

Sul palco della 18esima edizione del Festival di Sanremo,infatti,  salirono gli esordienti: Fausto Leali, Al Bano e Massimo Ranieri, i quali si contesero il primo posto, strappato loro dal cantautore, Sergio Endrigo, con  “Canzone per te”, eseguita in coppia con il cantautore brasiliano Roberto Carlos.

Poi, a salutare l’inizio del 1969, anno del primo attentato terroristico presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana,  che inaugurò la stagione della “strategia della tensione” e dell’acuirsi in ambito internazionale della Guerra Fredda tra Paesi del Blocco Orientale, guidati dall’URSS, e del Blocco Occidentale,capitanato dagli USA , fu la vittoria al “Festival dei Fiori” di una canzone d’amore: “Zingara”, cantata dal duo Iva ZanicchiBobby Solo, replicata, seppur ricorrendo a stili interpretativi e contenuti diversi , nel 1970, (anno delle contestazioni di piazza promosse da operi e studenti)  dalla coppia , nella vita e nello Spettacolo, Claudia Mori-Adriano Celentano, vincitrice con il brano antisciopero,contestatissimo da sindacati e collettivi operai :“Chi non lavora non fa l’amore”.

Quindi, sull’evento musicale della Riviera ligure calò una cappa pesante: quella degli anni di Piombo.

Tuttavia, se il dibattito politico-culturale fu connotato da un’estremizzazione, sfociata nella violenza e nella lotta armata, il Festival di Sanremo conservò intatta la melodia, proponendo all’ascolto dei telespettatori  canzoni come quella vincitrice dell’edizione 1971, “Il cuore è uno zingaro”, cantata dalla coppia Nicola Di Bari ( che ne fu anche l’autore) e Nada (diciassettenne, che aveva esordito sul palcoscenico del Casinò sanremese nel 1969, a soli quindici anni, con il brano “Ma che freddo fa” , cantato in abbinamento con il gruppo beat di Shapiro e i  Rokes , e che l’anno prima aveva cantato con un altro giovanissimo esordiente, Ron , la canzone: “Pa’, diglielo a ma’”) e autentiche poesie come quelle del cantautore debuttante, dopo un’esperienza artistica poco fortunata da “urlatore”,  Lucio Dalla, il quale, fra il 1971 e il 1972, portò in gara al Festival  le canzoni: “4 marzo 1943” e “Piazza Grande”.

La manifestazione, però, edizione dopo edizione, andò perdendo la sua attrattiva nei confronti del pubblico e nel 1973, anno della conduzione di Mike Bongiorno, in cui a partecipare fu un altro cantautore, il Professore di Lettere Classiche  Roberto Vecchioni , in gara con il brano “L’uomo che si gioca il cielo a dadi”, i dirigenti Rai decisero di mandare in onda solo la serata finale del Festival,  vinto da Peppino di Capri  con “Un grande amore e niente più”, che accrebbe i suoi telespettatori grazie all’adesione all’Eurovisione di Paesi ancora dominati dalle dittature comunista (URSS e Paesi del Blocco orientale) e fascista (Turchia, Cipro, Spagna e Portogallo), i quali, attraverso le immagini provenienti dall’Italia ,incominciarono ad anelare uno stile di vita diverso, incentrato sulla libertà dell’individuo  e sul benessere.

Se dal punto di vista artistico le canzoni presentate in gara nelle edizioni della seconda metà degli anni Settanta non risposero al requisito del capolavoro musicale, affrontando tematiche “leggere”, corredate, a livello di Spettacolo, dalla ricerca della provocazione , a destare l’interesse del pubblico furono i cambiamenti apportati alla competizione. Nell’edizione del 1974, infatti, i cantanti in gara furono 28, divisi in due gruppi: 14 big (già qualificati alla serata finale) e 14 “aspiranti” ,in sfida tra loro per gli ultimi 4 posti disponibili,mentre ,nel 1976, i partecipanti furono suddivisi in 5 gruppi, ciascuno con 2 interpreti,  “capigruppo” qualificati automaticamente alla finale, e , fatto più importante, per la prima volta nella storia della manifestazione canora, scomparve l’orchestra , sostituita dalle basi musicali.

Nel 1977, però, le categorie ed eliminazioni furono abolite, datosi che i brani in concorso quell’anno furono solo 12 , ma già nel 1978 le categorie furono ripristinate (“Solisti”, “Complessi” e “Cantautori”) e i vincitori di queste ultime si sfidarono per il primo posto finale.

In questa edizione, presentata da Mike Bongiorno e dall’annunciatrice Maria Giovanna Elmi, e concertata dal direttore artistico, Vittorio Salvetti, il Festival fu trasmesso per la prima volta a colori (sebbene già nel 1973 le sole riprese dell’Eurovisione fossero state effettuate a colori) e non più dal Casinò delle Feste (per via di lavori di restauro), ma dal Teatro Ariston, concludendosi con un medagliere tutto riservato ai gruppi: al primo posto, gli Homo sapiens ,con “Bella da morire”, al secondo I Collage, con “Tu mi rubi l’anima” e al terzo I Santo California, con “Monica”.

Quindi, sul “Festival dei Fiori”, dopo il ciclone Rino Gaetano, con la sua anticonvenzionale “Gianna”, classificatasi al terzo posto, alle spalle dell’esordiente Anna Oxa (con “Un’emozione da poco”) e dei i vincitori, i Matia Bazar (con “…E dirsi ciao”), imperversarono gli anni Ottanta, il decennio della Moda, della “Milano da bere”, dei “paninari”, delle Tv private, affiancatesi alle Radio libere. E, inserita in questo conteso storico-culturale, in cui gli “hippy”, figli dei fiori, anticapitalisti e contrari al consumismo furono sostituiti dagli “hupppy”, giovani rampanti, con il mito della “carriera” a ogni costo, la manifestazione canora sanremese  “passò la sua nottata”e gli anni bui, a cominciare dall’edizione del 1980, definita dai critici “di rottura” ,nella quale la conduzione fu affidata al disjokey, Claudio Cecchetto, produttore, talent scout e presentatore di Radio Milano International, Radio Studio 5 e della trasmissione musicale Tv della Rai, Discoring, ideata da Gianni Boncompagni , che si avvalse della partecipazione dell’attore Roberto Benigni, allora ancora debuttante di successo, grazie alle apparizioni nei programmi e nei film di Renzo Arbore, e dell’attrice Olimpia Carlisi, i quali , insieme, diedero vita al momento più scabroso e chiacchierato nella storia del Festival: un lungo bacio a favore di telecamera.

Quell’anno, nel quale fu ripristinata la suddivisione della gara in due categorie: una per le nuove proposte  e una per i Big(italiani e stranieri) e le canzoni a concorrere furono 18 , a vincere fu Toto Cutugno con la canzone “Solo noi” e fu confermata la sostituzione dell’orchestra, già sperimentata negli anni Settanta, con le basi registrate. Numerose, furono poi le edizioni dove i cantanti si esibirono non dal vivo, ma in playback.

Confermato Cecchetto anche nelle edizioni 1981 e 1982 , durante le quali, quest’ultimo, rese celebre il suo tormentone musicale, il “Gioca Jouer”(con tanto di coreografia annessa) , fu sancita definitivamente la rottura tra i gusti degli esperti e del pubblico, istituendo il “Premio della Critica”.

Dopo la parentesi della conduzione a quattro,Andrea Giordana, Isabel Russinova, Anna Pettinelli ed Emanuela Falcetti, dell’edizione 1983, nata sotto la direzione artistica di Gianni Ravera e ,segnata dalla vittoria della semi sconosciuta Tiziana Rivale, con il brano “Sarà quel che sarà” , dall’ultimo posto in classifica, con la canzone “Vita spericolata”, ottenuto dal futuro numero uno del Rock italiano, Vasco Rossi ,alla sua seconda partecipazione dopo “Vado al massimo”,e dal Premio della critica assegnato al brano “Vacanze romane”dei Matia Bazar, destinato a diventare un classico del repertorio italiano, nel 1984 ,  iniziò  la prima “era Baudo-Ravera”, inaugurata dalle note della canzone  vincitrice “Ci sarà”di Al Bano e Romina Power, seguita l’anno successivo  da “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri edurata fino al 1987,con l’affermazione dell’originale trio Morandi-Tozzi Ruggeri ,con “Si può dare di più”, nella quale fu dato maggiore spazio e visibilità alle Nuove Proposte, istituendo una gara parallela a quella dei Big con tanto di eliminazione e primo posto finale.

Nel 1984, poi, a condurre  la manifestazione canora furono Loretta Goggi e Anna Pettinelli, che tennero a battesimo il “ragazzo di periferia” Eros Ramazzotti, vincitore ,grazie al brano “Adesso tu” e la quasi esordiente Fiorella Mannoia, Premio della critica per la canzone-manifesto “Quello che le donne non dicono” , seguite nel 1985 da Gabriella Carlucci e da Miguel Bosé , che incoronarono vincitore il veterano Massimo Ranieri con il brano “Perdere l’amore” e , successivamente, dai “Figli di”: Rosita Celentano, Paola Dominguin, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi, che tra una gaffe e l’altra, sotto l’occhio vigile del patron artistico Adriano Aragozzini , annunciarono la vittoria di Anna Oxa e Fausto Leali con “Ti lascerò” e l’assegnazione del Premio della critica a Mia Martini per il brano struggente, firmato dal cantautore Bruno Lauzi, “Almeno tu nell’universo”.

Il decennio Novanta, volato via tra scandali politici (Tangentopoli e Sanitopoli), crisi dei partiti della Prima Repubblica e attentati mafiosi ai giudici Bosellino  e Falcone,  fu inaugurato nella nuova struttura del Palafiori, dalla coppia di conduttori Gabriella Carlucci e Johnny Dorelli , che, in un’edizione contraddistinta dal ritorno dell’orchestra, dopo un’assenza decennale, e della formula anni Sessanta dei cantanti stranieri abbinati a quelli italiani,  consegnarono l’ambito Leone d’oro al gruppo trans generazionale dei Pooh, in gara con il brano “Uomini soli”, capace di spodestare “Vattene amore”, il tormentone evergreen  del duo Amedeo Minghi-Mietta e la canzone introspettiva di Mia Martini , Premio della critica, “La nevicata del ‘56”.

Quindi, nel 1991, nuovamente dall’Ariston, furono  l’attrice Edwige Fenech e l’attore Andrea Occhipinti, travolti dall’irruenza e dalla vitalità della coppia Sabrina Salerno-Jo Squillo , in gara con il brano “Siamo donne”, a chiamare il podio, composto dal primo classificato: Riccardo Cocciante, con la canzone “Se stiamo insieme”, dal secondo classificato Renato Zero , con “Spalle al muro” e dal terzo classificato Marco Masini , con “Disperato”.

Nel 1992 , iniziò la seconda “era Baudo”, destinata a durare fino al 1996 , nella  quale, il conduttore, congedatosi Aragozzini , fu  sia “maestro di cerimonie” che direttore artistico.   Quindi, affiancato da Alba Parietti, Brigitte Nilsen e Milly Carlucci, tra  il nuovo sistema di votazione dei Big e delle Nuove Proposte, assegnato alle giurie demoscopiche, le polemiche per l’esclusione dalla competizione del brano di Jo Squillo ,“Me gusta il movimento”, in quanto non inedito, e i consensi  per la partecipazioni di ospiti stranieri del calibro di Natalie Cole ed Annie Lennox, annunciò la vittoria del giovane cantautore Luca Barbarossa, con il brano “Portami a ballare”, seguito da “Gli uomini non cambiano”di Mia Martini e da “La forza della vita” di Paolo Vallesi, superati però nelle vendite dai vincitori della sezione Novità Aleandro Baldi e Francesca Alotta, con la canzone “Non amarmi”.

L’anno seguente, invece, il presentatore, ritrovato sul palcoscenico del Festival la show girl Lorella Cuccarini, lanciata da lui nella trasmissione Rai del 1985 “Fantastico”, incoronò vincitore Enrico Ruggeri, con il brano “Mistero”, seguito da Cristiano De Andrè, con “Dietro la porta” e dal duo Rossana Casale e Grazia Di  Michele, con “Gli amori diversi”,mentre nella categoria Giovani tenne a battesimo la futura outsider della musica italiana Laura Pausini, vincitrice con la canzone “La solitudine” .

Il 1994, poi, vide sul palco della manifestazione canora , insieme alla modella Cannelle, una cantante, Anna Oxa, nella veste inedita di conduttrice, accanto al “Pippo nazionale”, pronto ad annunciare il primo posto di Aleandro Baldi con “Passerà”, il secondo di Giorgio Faletti, attore comico, presentatosi sul palco dell’Ariston nell’inedita veste di cantautore del brano impegnato, ispirato alle stragi mafiose di Capaci e di Via D’Amelio, “Signor Tenente”, aggiudicatosi anche il Premio della Critica e il terzo di Laura Pausini con “Strani amori”, senza trascurare le Nuove Proposte : il vincitore, il tenore pop Andrea Bocelli, con “Il mare calmo della sera” e la settima classificata Giorgia, con il brano “E poi”, messisi entrambi in luce per le straordinarie doti canore.

L’annata 1995, invece, passata alla storia della kermesse per il successo della  sigla “Perché Sanremo è Sanremo” ,composta dal maestro Pippo Caruso, e per il presunto tentativo di suicidio di un disoccupato,  sventato in diretta da Baudo, vide  il presentatore  condividere la ribalta con le attrici Claudia Koll e Anna Falchi,  con le quali, nell’ultima serata, incoronò vincitrice Giorgia con “Come saprei”,seguita dalla coppia Morandi-Cola, con “In amore” e dalla regina della dance music, in versione melodica, Ivana Spagna, con la canzone “Gente come noi”.

In gara quell’anno, anche il “Re del Karaoke” e dell’intrattenimento, Fiorello, vincitore annunciato, classificatosi però quinto con “Finalmente tu” , Lorella Cuccarini con “Un altro amore no” e Andrea Bocelli, con “Con te partirò”. Notevoli ,tra le Nuove Proposte, non solo i vincitori, il gruppo vocale dei Neri per caso con “Le ragazze”,  ma anche il secondo classificato Massimo Di Cataldo, con il brano, “Che sarà di me” e il sesto, Gianluca Grignani, con la canzone “Destinazione Paradiso”.

Nel 1996, invece,anno dell’addio momentaneo di Baudo alla manifestazione-evento, un’attrice e una modella co-condussero  il “Festival dei Fiori” insieme con quest’ultimo: Sabrina Ferilli e Valeria Mazza, decretando la vittoria della coppia Ron e Tosca, con il brano “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, non priva di contestazioni in sala da parte del pubblico, che avrebbe voluto assegnare il primo posto ad Al Bano , alla sua prima partecipazione dopo la separazione artistica e non solo dalla moglie Romina Power, classificatosi solo settimo con “E’ la mia vita”.

Al secondo posto, poi, il gruppo di Elio e le Storie tese, con il brano “La terra dei cachi” , vincitore del Premio della Critica, da quest’anno intitolato a Mia Martini ,e al terzo Giorgia, con “Strano il mio destino”. Nel girone delle Nuove Proposte invece, fu la quasi del tutto sconosciuta Syria, cantante sedicenne, a battere, con il brano “Non ci sto”,  le già affermate: Marina Rei (“Al di là di questi anni”) e Carmen Consoli (Amore di plastica).

Il 1997, fu l’anno del ritorno al Festival di Mike Bongiorno , giunto alla sua undicesima conduzione della kermesse, l’ultima era stata nel 1979. Per l’occasione, a fargli da spalla furono chiamati il conduttore più irriverente della Tv, Piero Chiambretti e l’ultima delle dive televisive Valeria Marini, mentre ad occuparsi della direzione artistica fu il trio di commissari Pino Donaggio, Carla Vistarini e Giorgio Moroder.

A trionfare, nell’ultima sera, il duo Jalisse con “Fiumi di parole”, seguito da Anna Oxa con “Storie” e da Syria con “Sei tu”, ma il successo in termini  di vendite fu tutto di Patty Pravo, classificatasi solo ottava, sebbene Premio della Critica, con il brano, scritto per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri ,“E dimmi che non vuoi morire”, e di Nek , classificatosi settimo, con “Laura non c’è”.

Tra i giovani, a parte le vincitrici , le sorelle Paola e Chiara Iezzi, con la canzone “Amici come prima”, si distinsero,  la voce soul black di Alex Baroni, con “Cambiare” e il cantautore Niccolò Fabi con il tormentone “Capelli”, vincitore del Premio della Critica Mia Martini per le Nuove Proposte.

Passato alla storia della Tv come il Festival più ironico e anticonvenzionale, quello del 1998 fu condotto dall’attore Raimondo Vianello, con la modella Eva Herzigova e l’attrice e doppiatrice Veronica Pivetti, e la direzione artistica di Mario Maffucci, Carla Vistarini e Sergio Bardotti.

Novità dell’edizione, fu la possibilità, data ai primi tre classificati nella sezione Giovani, di accedere alla finale con i Big. A vincere infatti fu la nuova proposta Annalisa Minetti, ex aspirante Miss Italia, con talento e passione per la musica, presentatasi al Festival con il brano “Senza te o con te”, seguita al secondo posto da Antonella Ruggiero con “Amore lontanissimo” e al terzo da Lisa con “Sempre”. Premio della Critica Mia Martini , invece, al gruppo Piccola Orchestra Avion Travel ,con “Dormi e sogna”.

Il Festival di Sanremo 1999, invece, inaugurò il “biennio Fazio”. Il presentatore, reduce dal successo delle trasmissioni  Quelli che il calcio  e Anima Mia, entrambe  in onda su Rai due, volle al suo fianco la modella Laetitia Casta e il Premio Nobel per la Fisica Renato Dulbecco. Tra le innovazioni di questa edizione, la 49esima, svoltasi ancora una volta sotto al direzione artistica  di Mario Maffucci, l’introduzione del Premio Città di Sanremo, riconoscimento alla carriera riservato anche a personalità non musicali, vinto quell’anno da Ornella Vanoni.

Quanto al podio dei Big, fu così composto: canzone prima classificata, “Senza pietà”di Anna Oxa, seconda classificata,  “Non ti dimentico” (Se non ci fossero le nuvole)  di Antonella Ruggero, e terza classificata, Così è la vita di  Mariella Nava. Premio della critica Mia Martini, al nono classificato, Daniele Silvestri, per il brano “Aria”.

Nella sezione Giovani, a battere il cantautore Max Gazzè, presentatosi  con la canzone “Una musica può fare”, fu il gruppo,Quintorigo. Vincitore del premio della Critica Mia Martini Nuove Proposte,  invece, fu la chitarra blues e il testo appassionato di Alex Britti, aggiudicatosi il primo posto con “Oggi sono io”.

Calava così, sull’ultimo  Festival del secolo, il sipario, riaperto  nel nuovo Millennio con altre canzoni in gara , pronte a diventare la colonna sonora della vita degli italiani.