NAPOLI- Giunge oggi la sentenza in corte d’assisi del tribunale di Napoli nel centro direzionale, aula avv Adelmo Cerabona, sul caso Resit. Ad assistere alla sentenza c’era anche padre Maurizio Patriciello, che non ha voluto perdersi la lettura della sentenza.
La requisitoria è arrivata dopo ben 178 udienze e circa sei anni di processo. Un processo che ha fatto emergere l’enorme volume d’affari che negli anni ’90 ha legato business dei rifiuti e malavita organizzata. Per la bonifica della Resit, sotto sequestro dal 2004, era stata indetta una gara d’appalto bloccata poi dall’autorità anticorruzione di Raffaele Cantone per presunti legami tra la ditta vincitrice e alcuni imputati nel processo romano denominato “mafia capitale”.
Ma oggi è arrivata la sentenza del collegio giudicante che ha visto condannare l’avvocato Cipriano Chianese a 20 anni di reclusione. Per Chianese è stata chiesta anche l’interdizione dai pubblici uffici per tutta la durata della pena. Inoltre è stato condannato a pagare le spese processuali e risarcimento del danno. Al Chianese non è stata riconosciuta l’associazione a delinquere per aver favorito la camorra. Per il comune di Parete è stato previsto un risarcimento economico.
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