Che Di Maio sia uscito dal M5S è stato un bene. Evidentemente era lui l’ostacolo che impediva al movimento di ritornare a fare la politica che gli addice di più. Di Maio metteva un freno alle politiche del movimento, tanto che senza di lui, per fortuna, Conte ha potuto dare una svolta significativa all’agenda politica del M5S.
Come i vecchi politici Di Maio ha creato lo spauracchio della crisi, terrorizzando milioni di italiani per i possibili effetti di un ingiustificato ritorno alle urne. Si è messo sulle orme della vecchia politica e dei vecchi politici, osannando Draghi come se fosse l’unico uomo capace di governare l’Italia. Tutto errato.
Infatti Draghi ha preferito smantellare se non cancellare molti dei provvedimenti realizzati dalla principale forza di maggioranza, che già da tempo sarebbe dovuta uscire da questo Governo. Con Di Maio dentro il movimento questo non sarebbe potuto succedere, la sua uscita è stata una salvezza per il movimento.
La crisi di governo ha un unico responsabile, Mario Draghi, con la studiata complicità dei partiti dell’establishment che lo sostengono da sempre, a partire dal Pd e dei partiti di centrodestra che lo appoggiano. Tutti si sono prodigati per appelli alla responsabilità. Ma questa responsabilità gli italiani la vivono ormai da più di 30 anni, e in tutti questi anni per loro non è cambiato nulla, anzi, le condizioni degli italiani sono peggiorate a dismisura.
Conte si è sentito più libero senza Di Maio, seppur con notevole ritardo, oggi ha l’opportunità di costruire un’opposizione vera ed efficace di cui l’Italia ha fortemente bisogno. La maggioranza degli italiani non condivide affatto le politiche di questo Governo e ne vive sulla propria pelle gli effetti nefasti.