ROMA- Ieri la cassazione ha dato una lezione di dignità al nostro paese. Una sentenza che condividiamo un po’ tutti, perché se ad una persona gli togli da mangiare, per farlo, è chiaro che è spinta a rubare. Ed ieri la cassazione ha cancellato le sentenze di condanna nei confronti di un giovane che aveva rubato dei wurstel e un po’ di formaggio perché spinto dalla fame, e quindi la cassazione ha detto che spinti dalla fame non è reato. Un primo passo verso la restituzione della dignità alle persone. Il caso di ieri riguarda uno straniero, ma di casi del genere che vedono come attori gli italiani, ce ne sono tantissimi. Quindi è giusto sentenziare il bisogno di riempirsi la pancia in qualsiasi modo possibile.
Ma la stessa sentenza la cassazione dovrebbe sentenziarla nei confronti dei tanti padri di famiglia che stanno lottando a denti stretti per non farsi togliere dallo stato e Equitalia i beni di prima necessità che hanno accumulato in una vita di lavoro, perché non riescono più ad onorare impegni economici nei confronti del fisco e delle amministrazioni comunali. La cassazione o la corte costituzionale dovrebbe intervenire in merito, per evitare la sconfitta di individui che ora sono ridotti sul lastrico dallo stesso stato.
Lo stato ha tolto la dignità ai cittadini. Ha tolto la possibilità di lavorare, ma in contropartita ha aumentato l’imposizione fiscale portandola ad un livello insopportabile. Tutto ciò è successo da quando siamo entrati in Europa, e da lì che iniziata la catastrofe italiana, ed oggi nessuno sa più come tornare indietro.