Nella mattinata odierna, nei territori di Castel Volturno, Casal di Principe), Napoli, Corigliano – Rossano, Sassari, Latina, Roma,nelle province di Firenze, Parma e presso le case circondariali di Trento, Santa Maria Capua Vetere, Napoli Secondigliano e Paola, i Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere unitamente a quelli della Stazione di Grazzanise (CE) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari,emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli –Direzione Distrettuale Antimafia-, nei confronti di cittadini di nazionalità nigeriana, ghanese ed italiana, ritenuti responsabili a vario titolo, di associazione per delinquere dedita all’importazione, distribuzione in Europa ed in Italia e cessione sul territorio nazionale di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo eroina ex art.74 D.P.R. 309/90,aggravata exart. 4, co. 1 L. 146 del 2006, trattandosi di reato transnazionale.
Il provvedimento cautelare costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa, inizialmente coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e successivamente, attesa la sussistenza di reati associativi a carattere transnazionale, dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
In particolare l’indagine, condotta dal citato Reparto dal febbraio 2015 ad oggi, attraverso intercettazioni telefoniche, acquisizione dei piani di volo e delle liste passeggeri dei voli d’interesse, nonché servizi di osservazione, perquisizioni ed arresti in flagranza di reato, ha consentito di:
di polizia dei Paesi africani e dipendenti delle dogane africani che, al soldo dei trafficanti, facilitavano il passaggio dei corrieri ai varchi aeroportuali, ovvero fornivano visti d’ingresso falsi;
I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “merci”, “vestiti”, “scarpe” mentre l’espressione “mangiare bene” veniva utilizzata per indicare la capacità del corriere di trasportare ovuli nello stomaco), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.
Il G.I.P condividendo l’impianto accusatorio avanzato dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, sia in relazione ai gravi indizi di colpevolezza, sia alle esigenze cautelari, ha disposto per gli indagati la misura della custodia cautelare in carcere equella degli arresti domiciliari.
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