Sab. Giu 10th, 2023

Si servivano del dark web per ordinare nuove sostanze psicoattive create in laboratori chimici all’estero, fra cui la droga dello stupro (GHB GBL) e gli oppioidi sintetici (Fentanyl). Pagavano in bitcoin e importavano in Italia droga ad elevata pericolosità, nascondendosi dietro nominativi di fantasia o di defunti.

39 persone sono cadute nella rete dei Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute, che hanno ricostruito le rotte internazionali di provenienza delle sostanze e messo fine ai traffici illeciti. Tra gli indagati, professionisti del settore privato o della pubblica amministrazione, compreso un insegnante delle medie che faceva giungere proprio a scuola le sostanze sintetiche. Attraverso il costante monitoraggio degli e-shop presenti sul deep e dark web, è stato possibile individuare oltre 290 spedizioni, per un volume di affari di circa 4.800.000 euro.

L’attività ha visto il coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e l’apporto della Sezione di Chimica del R.I.S. di Roma, sviluppatosi nell’ambito dell’Accordo di collaborazione interistituzionale siglato tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, denominato “Progetto NPS on line”.

Fra le sostanze sequestrate, anche grazie a due distinte “operazioni sotto copertura”, 42 litri di GBL, 1,3 Kg di sostanze sintetiche e 20 francobolli a base di flualprazolam, prodotto in Olanda e mai rinvenuto in Italia prima d’ora. Si tratta di stupefacenti che circolano da tempo in USA, Canada e in altri paesi, dove hanno provocato un rapido aumento dei morti per overdose. E’ stato anche accertato il reinvestimento dei proventi dello spaccio in criptovalute: è la prima volta che viene documentato in Italia l’autoriciclaggio di monete virtuali.