Ven. Mar 24th, 2023

Sabato scorso l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato il suo bollettino aggiornato sui contagi Covid, le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi degli ultimi 30 giorni. Sono gli unici dati noti che vengono divisi per fascia di età e fra non vaccinati, vaccinati a metà (solo una dose delle due previste) e vaccinati a ciclo completo – scrive il Tempo a firma di Franco Bechis– Da quei numeri si scopre che fra gli ultraottantenni la stragrande maggioranza dei contagi (71,6%) sono stati registrati fra chi aveva già ricevuto da tempo le due dosi di vaccino. Stessa prevalenza sia pure con percentuale minore (50,9%) nella fascia 60-79 anni: si contagiano più i vaccinati dei non vaccinati. Per gli ultraottantenni la stessa prevalenza fra vaccinati (58,7%) si riscontra nelle ospedalizzazioni, e qualcosa di simile si sta iniziando a vedere nei ricoveri in terapia intensiva (46% contro 50,6% di non vaccinati) e purtroppo per i decessi (44,7% avevano due dosi di vaccino e 51,1% nemmeno una). Questi numeri replicano quello che si è ampiamente già verificato in Israele e sta verificandosi negli Stati Uniti.

Il nostro Istituto superiore di sanità commenta così questi nuovi dati: “Si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile fra vaccinati e non vaccinati”. Anche Israele l’ha chiamato “effetto paradosso”. Gli ultimi dati pubblicati: nella fascia più a rischio, quella degli ultraottantenni, hanno avuto le due dosi di vaccino 4.415.898 italiani. E non si sono ancora vaccinati altri 300.892. Siccome la protezione dal contagio è dell’88%, significa che sul 12% dei vaccinati quella protezione non c’è (il vaccino non ha efficacia e quindi si è pari ai non vaccinati): si tratta di 497.507 italiani, molti più di quelli senza vaccino. E’ matematico quindi che il contagio sia superiore fra questi 497 mila che hanno ricevuto due vaccini che non hanno funzionato piuttosto che fra i 300 mila che sono nella stessa condizione non avendolo fatto. Se la protezione dalle conseguenze gravi è del 93% dei vaccinati, questo significa che non esiste nel 7% di loro. Questa percentuale nella fascia degli ultraottantenni italiani si traduce in 290.212 vaccinati che in realtà è come se non lo fossero. Un numero assoluto quasi identico a quelli che non hanno mai visto una siringa vicino a loro. Quindi è normale che i numeri dei ricoverati in terapia intensiva come quelli dei decessi siano simili fra vaccinati e non vaccinati.