ROMA- Vuoi o non vuoi, qualsiasi sia il risultato referendario, a Maggio, al massimo Giugno, si torna a votare. Non è una favola, ma in Italia l’unico modo per distogliere i cittadini dai reali problemi, e per tenerli impegnati e non farli riflettere sui guai che commettono i politici, è utile intrattenerli con le campagne elettorali. Non è una favola: o il sì o il no, a giugno si potrebbe andare a votare.
Se vincesse il sì, Renzi forte del risultato referendario chiederebbe a gran voce la legittimazione popolare e costruirsi in governo tutto suo. Anche perché in questo caso gli interesserebbe poco cambiare la legge elettorale e, quindi, avendo un senato ancora in piedi con il vecchio schema, sarebbe costretto ad andare alle urne.
In caso di vittoria del No, la musica non cambierebbe, poiché a questo punto caduta la sua politica di governo, Renzi sarebbe costretto a salire da Mattarella e rassegnare le dimissioni per chiedere a sua volta il ritorno al voto.
Lo scenario di questo referendum è alquanto contorto, sembra già scontato che qualsiasi sia il risultato l’unica certezza rimarrebbe quella del ritorno al voto. A meno che Mattarella non deciderebbe di optare per un governo tecnico che cambia la legge elettorale e poi si torni al voto.
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