156 voti a Palazzo Madama non bastano al governo. Oggi pure i bambini degli asili ne parlavano. Quindi siamo seri e costruttivi sì, ma prendersi in giro no. Questi numeri sono farlocchi, non danno al governo, soprattutto al premier di sentirsi forte. Nelle maggior parte delle commissioni non ha la maggioranza, quindi come farà a far passare tutti i suoi provvedimenti? Ma anche una volta giunto in senato il premier dovrà sempre elemosinare voti per far approvare le sue leggi.
Dei 156 voti raggranellati tre sono voti dei senatori a vita. Senatori a vita, che una volta il M5S voleva cancellare, non sempre sono seduti in aula, quindi sarà difficile già raggiungere quota 156. Il pallottoliere scende a 153.
Poi ci sono i due voti giunti dai fuori usciti di Forza Italia. Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin di sicuro si faranno sentire e potranno sempre togliere il sì pronunciato ieri se Conte possa anche con accordi con loro due. Il governo, in sostanza, la maggioranza relativa la raggiunge solo cavalcando le onde dei sentimenti personali dei transfughi. Non è certamente questo lo spirito per guidare una nazione come l’Italia che, in questo momento, ha bisogno di un governo forte per farla ripartire. Davanti si prefigura una crisi economica senza precedenti. Meglio non scherzare.
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