È ora delle comiche all’interno del M5S: da un lato Luigi Di Maio, che sta facendo i conti sul cosa significa governare una nazione, dall’altra l’amicone Di Battista, che dalle frescure mondane critica il capo politico del movimento.
Gli atteggiamenti di Di Battista sono uguali a quelli che teneva Di Maio quando stava dall’altra parte della barricata. La caciara quotidiana contro il potere politico era la minestra giornaliera. Oggi le cose sono ben diverse: c’è una nazione da portare avanti, e non è del tutto facile. Il male del movimento non è solo Di Battista, se si aggiunge anche Fico, il brodino è quasi perfetto.
L’altro nemico del movimento è la piattaforma. Dal Blog delle Stelle è arrivato l’annuncio della votazione per i nuovi probiviri, che scatterà oggi dalle 10 fino alle 20. I due membri del collegio scelti da Rousseau sostituiranno la senatrice Nunzia Catalfo, presidente della commissione Lavoro a Palazzo Madama, e il ministro ai Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro. Questo strumento ormai non è più affascinante come un tempo, e gli stessi grillini che ne fanno parte lo disertano, convinti che non è più uno strumento democratico come vogliono far credere.
Ma il signor di Battista dovrebbe smetterla di attaccare quotidianamente l’amico di tante battaglie. Di Maio tenta in tutti i modi di mantenere a galla una situazione delicata. È paradossale che Di Battista continui a fare il canta storie credendo che lui sia la soluzione. La vera soluzione sono i provvedimenti che bisogna adottare avendo a disposizioni esigue risorse economiche. Oltretutto, il paese è continuamente afflitto dalla mancanza di lavoro e la povertà diffusa. Di certo non sarà il movimento a creare occupazione. Se non nascono nuovi imprenditori e se le imprese non sono messe in condizioni di operare, le critiche sono solo un modo per avere un po’ di visibilità, forse per vendere qualche copia in più di un libro, e aspettare che la prossima tornata elettorale si avvicini.