Autunno 1966. Napoli, quartiere Vomero. Mentre un acquazzone improvviso si abbatte sui passanti, sprovvisti di ombrello, inducendoli a ripararsi negli androni dei palazzi, il gruppo musicale del “Centro Culturale Giovanile” , riunito in sala prove, è intento a suonare il brano di apertura dello spettacolo di prossima rappresentazione, “Nascette ‘mmiez ‘o mare”. “E nooo , fermi, bambini!…non ci siamo, non ci siamo proprio!…Non si suona in questo modo!…” , esclama il maestro-direttore. “Maestro, ma voi che volete?…le chitarre e i mandolini funzionano…è il flauto che fa fetecchia!…quella è tutta colpa di Orlando!…” , si difende uno dei piccoli musicisti. “Eh, sì, mae’!… Tabacchini tiene ragione…è Orlando che stona!…” , insiste una delle chitarre. “Ohè , insomma, mò basta!…cosa non funziona, chi sbaglia, lo debbo dire io, che sono il maestro!…”, li rimprovera il direttore, aggiungendo, “Orlando, ma tu sei tanto bravo…che tieni stamattina?… su, cerca di impegnarti un poco!…”.”Ecco , Orlando è il solito raccomandato!…se suonava male uno di noi : apriti cielo!…invece, suona male lui e mò gli offriamo pure le sfogliatelle!…”, si lamenta il mandolino solista. “E certo!…quello lo sa mezza Napoli che ha perso la mamma …tanto che ,quando lo vedono arrivare, dicono tutti : “Guagliu’ , vedete chi ci sta, “l’orfano”!…”” , sottolinea con malignità il chitarrista in erba, Tabacchini. “Finitela…lasciate stare mamma mia , che non c’entra!…” , replica dopo il lungo silenzio, il giovane Silvio Orlando, “Ho suonato male , è vero!…ma è colpa mia , solo mia…non è perché sono orfano…gli orfani sono forti, fortissimi, indistruttibili, sono degli eroi!…la verità è che io sono svogliato!…Oggi , non voglio fare le prove…anzi, se il maestro è d’accordo, me ne vado a casa…torno domani, che , magari, la pigrizia mi è passata!…”.
“La mia, è un’insicurezza patologica. Non so se faccio l’attore perché sono insicuro , ma so che mi aspetto di ricominciare da zero ogni volta. Non ho certezze di me , mi sento sempre esposto al giudizio altrui, vulnerabile alle critiche acide o violente connaturate al mio mestiere. Sarà perché sono un orfano e gli orfani sono strane creature. L’orfanitudine è un buco nero degli affetti difficile da superare. Ognuno lo esorcizza a suo modo. Gli orfani costruiscono il monumento di se stessi, il mito di un loro piccolo eroismo. Vuoi sentire che ti fai da solo , non vuoi la commiserazione degli altri , però nascondi una fragilità che basta poco a far venire fuori” . Con queste parole , l’attore Silvio Orlando rievocava qualche tempo fa , in occasione di un’intervista , la sua infanzia. Nato a Napoli, il 30 giugno del 1957 , in una famiglia della media-borghesia, cresce senza la madre , persa all’età di nove anni. Attratto dalla musica e dal teatro, sin da giovanissimo calca le scene come musicita (suona il flauto nel gruppo musicale del “Centro Culturale Giovanile”) e attore. Raggiunta la maggiore età, decide di dedicarsi appieno alla recitazione, trasferendosi verso la fine degli anni Settanta a Milano dove , ventenne, entra nella compagnia del Teatro Elfo. Sebbene circondato da comici di altrettanto valore come Claudio Bisio , Paolo Rossi e Gino e Michele, nel 1988 si fa notare dal regista Gabriele Salvatores che gli assegna un ruolo nella commedia corale “Kamikazen-Ultima notte a Milano”, cui segue la partecipazione al film di Nanni Moretti, “Palombella rossa”. Divenuto nel decennio Novanta un volto noto del piccolo schermo , grazie a serie televisive Fininvest quali : “Emilio”, e “Vicini di casa”, fra il 1991 e il 2000 recita in pellicole impegnate come “Il portaborse” e “La scuola” , entrambe di Daniele Lucchetti , “Sud” e “Nirvana” di Gabriele Salvaores, “Ferie d’agosto”di Paolo Virzì, “I magi randagi” di Sergio Citti, “La mia generazione” di Wilma Labate, “Vesna va veloce” di Carlo Mazzacurati , “Auguri professore”di Riccardo Milani, “Aprile” di Nanni Moretti ( film quest’ultimo con cui si aggiudica i premi David di Donatello e Ciak d’oro) “Fuori dal mondo”di Giuseppe Piccioni e “Preferisco il rumore del mare” di Mimmo Calopresti (per la cui interpretazione ottiene un Nastro d’argento). Diretto nuovamente da Nanni Moretti nella pellicola “La stanza del figlio” , vincitrice della Palma d’oro al Festival di Cannes, nel 2001 è tra i protagonisti (per la prima volta nella parte di un cattivo) del film di Giuseppe Piccioni “Luce dei miei occhi”. Alter ego di Silvio Berlusconi , nella pellicola “Il caimano” di Nanni Moretti, con cui ottiene il David di Donatello come “migliore attore”, nel 2008 alterna al set (gira “Caos calmo” , adattamento di Antonello Grimaldi dell’omonimo libro di Sandro Veronesi , che gli vale un Ciak d’oro e “Il papà di Giovanna”di Pupi Avati, grazie a cui vince la Coppa Volpi alla sessantacinquesima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ) le tavole del palcoscenico, interpretando gli spettacoli teatrali “L’assedio delle ceneri” di Giacomo Lubrano , “Don Rafele ‘o trumbone” e “Cupido scherza e spazza”di Peppino De Filippo. Sposatosi con l’attrice Maria Laura Rondanini e ,preso parte a film leggeri , tra i quali “Ex”di Fausto Brizzi, nel 2016 raccoglie un largo consenso di pubblico e di critica vestendo i panni del “cardinal Voiello” nella serie televisiva Sky, diretta da Paolo Sorrentino, “The Young Pope. Abituato a prendersi poco sul serio, sulle pagine de “Il Corriere della Sera” , di recente , ha rivelato : “Il teatro è il mio grande stabilizzatore. Infatti, a breve , sarò in scena con “Lacci” di Armando Pugliese, tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone , un testo sulla crsi di una coppia che deflagra nella crisi di un’intera famiglia. Io, in verità, sono l’ultimo che può pontificare sulla famiglia, perché non ne ho ami avuta una vera. Avendo perso mia madre da piccolo, sono cresciuto in una famiglia terremotata . E ora ho una moglie, ma non sono arrivati figli. Forse , è meglio così. C’è una follia che monta nel mondo e che nessuno capisce e che avanza in modo prepotente. Mi spaventa il vuoto di valori. L’esperienza insegna che il vuoto è sempre riempito dal peggio” .