Soldi e visti non bastano più: il governo caccia gli immigrati | Puoi restare a una sola condizione

Il governo blocca tutto - quotidianoitalia.it
Ormai non c’è rimedio: stroncata l’immigrazione. L’unico modo per restare non ti piacerà
L’immigrazione resta uno dei temi più caldi e divisivi del nostro tempo. È una questione che attraversa confini, governi e coscienze, da anni al centro del dibattito politico e sociale.
C’è chi sostiene che sia un dovere morale accogliere chi fugge da guerre, fame e persecuzioni, e chi invece ribadisce la necessità di “aiutarli a casa loro”, evitando che migliaia di persone rischino la vita per attraversare il mare.
Tra chi parla di accoglienza e chi di respingimenti, la realtà si muove ogni giorno tra drammi umani e difficili scelte di governo.
Le immagini di barconi sovraffollati, di sbarchi sulle coste italiane e di persone in cerca di un futuro dignitoso continuano a colpire l’opinione pubblica.
Il fenomeno dell’immigrazione
Ma accanto al sentimento di solidarietà, cresce anche la paura: quella dell’immigrazione incontrollata, del lavoro nero, della concorrenza percepita tra italiani e stranieri, del peso sul welfare.
Ogni Paese europeo affronta la questione con un approccio diverso. Alcuni spingono per una distribuzione più equa dei migranti tra gli Stati membri dell’Unione Europea, altri mantengono una linea dura e chiudono le frontiere. In mezzo, c’è l’Italia: una porta d’ingresso verso l’Europa, geograficamente esposta e politicamente divisa.
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha puntato su una linea molto restrittiva: accordi con i Paesi di origine per bloccare le partenze, stretta sui permessi umanitari e controllo serrato dei flussi in entrata. Un’impostazione che incontra il favore di una parte della popolazione, ma che viene criticata da chi teme la disumanizzazione del fenomeno migratorio.

La nuova sconvolgente normativa
Dal gennaio 2026, infatti, chi vorrà lavorare o studiare nel Regno Unito dovrà dimostrare un livello d’inglese B2, equivalente a un A-level britannico. Serve parlare bene, con sicurezza, senza esitazioni. Il governo britannico sostiene che si tratti di una misura di integrazione, ma la realtà è più complessa. Quasi tutti i lavoratori stranieri parlano già inglese: il 97% circa. Eppure, l’asticella si alza ancora. Da B1 a B2. Da “intermediate” a “upper intermediate”.
Una differenza che, sulla carta, sembra piccola ma che nella pratica esclude migliaia di persone: chi lavora in settori tecnici, chi arriva da Paesi dove l’inglese non è insegnato in modo avanzato, chi non può permettersi una certificazione ufficiale. Questo cambiamento non riguarderà solo gli Skilled Worker, ma anche i graduate, gli high potential e perfino i dependants nei prossimi mesi.