Sta per iniziare il semestre bianco che porta alla elezione del nuovo capo dello stato. Oltre al virus, ormai la scena politica è concentrata anche su questo nuovo momento politico. I partiti attendono l’esito delle prossime comunali per capire l’indirizzo degli elettori. Roma, Milano e Torino sono le città più grandi che possono dare un indirizzo come muoversi per il futuro.
Infatti le voci di corridoio all’interno dei palazzi romani indicano Mario Draghi come uno dei papabili eredi di Sergio Mattarella. C’è un nodo che preoccupa alcuni partiti: una elezione di Draghi comporterebbe inevitabilmente la fine di questo governo. Spettro che preoccupa, poiché l’unica via maestra sarebbe quella delle elezioni anticipate. Chiaramente Draghi al Quirinale è una garanzia per i partiti, perché dopo, oltre a sciogliere le camere, può scendere a patti con i partiti e formare un nuovo governo che sostituisse il suo. Previsione non proprio azzardata visto che molti partiti non vogliono andare al voto prima del 2023.
Per farlo, però, servirebbe una maggioranza simile a quella che oggi sta appoggiando Draghi, e non sappiamo quanto possa interessare alla Lega tornare al governo con un nuovo premier che, sarebbe, il quarto di questa legislatura. A chi può fare piacere un Draghi al Quirinale, è Fratelli D’Italia, che vedrebbe avvinarsi di molto le elezioni, cosa che ha sempre chiesto. Gli altri partiti, compreso il PD e M5S, può fare solo piacere un nuovo governo dopo Draghi, visto che la loro situazione interna non è proprio rosea. La quasi certezza è che una buona parte dei partiti è orientata, salvo colpi di coda, ad eleggere Draghi come nuovo capo dello stato poiché è ritenuto un uomo di garanzia.