Sull’immigrazione stiamo dimostrando che non sappiamo reagire
ROMA- Purtroppo non si può non parlare ogni giorno di immigrazione, di sbarchi, di costi, di insopportabile situazione. Ci troviamo dinanzi ad una parte politica che non ha consensi, ma vuole ugualmente dettare legge su argomenti che dovrebbero decidere gli italiani.

ROMA- Purtroppo non si può non parlare ogni giorno di immigrazione, di sbarchi, di costi, di insopportabile situazione. Ci troviamo dinanzi ad una parte politica che non ha consensi, ma vuole ugualmente dettare legge su argomenti che dovrebbero decidere gli italiani. Viviamo una situazione di disagio che sta creando una discriminazione sociale dove da un lato ci sono i migranti privilegiati e tutelati, e dall’altra gli italiani che ormai si sentono traditi in tutto e per tutto.
Ci sono dei costi esagerati intorno a questo flusso immigratorio senza precedenti: Nel 2016 il prezzo per l’Italia è stato di 3,3 miliardi di euro al netto dei contributi della Ue (appena 120 milioni), è quanto ha scritto il ministro Padoan in una lettera a Bruxelles, proprio per mettere in evidenza l’alto costo che sta sostenendo il nostro paese. Tutte risorse sottratte all’interesse dei cittadini italiani. I costi che il nostro paese sostiene sono prevalentemente per i salvataggi in mare, all’identificazione, al ricovero, ai vestiti, al cibo, ai costi di personale, operativi e di ammortamento di navi e aerei. Se l’afflusso di persone dovesse continuare a crescere la spesa potrebbe salire nel 2017 fino a 4,6 miliardi. Una somma esageratamente alta per il nostro paese.
È chiaro che questo alto flusso di persone una volta giunto nel nostro paese cerca una sistemazione definitiva, quindi rivendica diritti che nemmeno gli italiani hanno. Anche sul lavoro essi cercano di trovare qualsiasi appiglio. Fanno sì lavori di basso profilo, ma è una sottrazione di lavoro agli italiani, perché essi si accontentano di lavorare a nero e di lavorare a un prezzo minore rispetto a quella che potrebbe essere la retribuzione da destinare ad un italiano. Accettano compensi più bassi e sono quindi più vantaggiosi rispetto agli italiani con le stesse competenze. Che si ritrovano più facilmente fuori dal mercato del lavoro.
Credo che sull’immigrazione stiamo abusando anche con le parole. In giro ci sono troppi gurù, politici e non, che hanno perso di visibilità e di credibilità e, quindi, cercano attraverso l’immigrazione di trovare uno strumento per dire ci sono anch’io, ma nessuno se li ciuccia più, è gente finita. Gli italiani hanno compreso in pieno che le loro parole sono in inutili, perché la sostanza è ben diversa, e gli italiani la vivono quotidianamente e sanno le difficoltà che devono affrontare, da soli, perché lo stato li ha abbandonati e pensa a tutt’altro.