Taglio delle tasse al ceto medio: gli italiani pagheranno la metá | Raddoppiano le buste paga

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Il governo italiano valuta una riforma fiscale che abbasserebbe l’aliquota IRPEF per i redditi da €28.000 a €60.000
In Italia, il sistema fiscale si basa principalmente sull’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF). Questo sistema è progressivo, il che significa che l’aliquota fiscale aumenta con l’aumentare del reddito, diviso in scaglioni.
Tuttavia, da tempo si discute della necessità di una riforma che alleggerisca il carico fiscale, specialmente per il ceto medio. Questo strato sociale, spesso definito come la spina dorsale dell’economia italiana, si trova a sopportare una pressione fiscale significativa, che incide pesantemente sul potere d’acquisto e sulla capacità di risparmio delle famiglie.
La complessità delle detrazioni e delle agevolazioni, sommate alle aliquote elevate, ha spesso reso il sistema percepito come ingiusto e oneroso.
L’obiettivo dell riforma proposta dal vice-ministro dell’Economia Maurizio Leo è fornire un supporto più mirato alle famiglie, rendendo il sistema fiscale più equo e favorevole alla crescita demografica.
La proposta di riforma fiscale per il ceto medio
Il governo sta valutando una riforma fiscale che potrebbe portare a un significativo taglio dell’IRPEF per i redditi del ceto medio. La proposta principale, sostenuta da figure come il viceministro Leo, si concentra sulla riduzione dell’aliquota del secondo scaglione IRPEF, che attualmente copre i redditi da €28.000 a €50.000. L’obiettivo è abbassare l’aliquota dal 35% al 33%, estendendo potenzialmente questo scaglione fino a €60.000. Il beneficio economico per i contribuenti dipenderà direttamente dal loro reddito.
Trattandosi di un taglio percentuale, l’impatto in termini assoluti varierà. Per attuare un taglio così esteso, le risorse necessarie dovrebbero aumentare dai 3 miliardi di euro attualmente previsti a 5 miliardi di euro. Il governo sta valutando anche altre misure, tra cui la revisione delle detrazioni fiscali, in particolare quelle legate ai figli.

Come cambieranno le buste paga?
Per i dipendenti e le Partite IVA forfettarie con redditi tra i €28.000 e i €50.000, il taglio del 2% si tradurrebbe in un risparmio annuo che può andare da un minimo di €40 a un massimo di €400. Questo risparmio, sebbene non rivoluzionario, rappresenta comunque un piccolo ma tangibile sollievo fiscale. Per i redditi tra €50.000 e €60.000, la situazione cambierebbe radicalmente se lo scaglione venisse esteso. Attualmente, questa fascia di reddito paga un’aliquota del 43%. L’inclusione nel secondo scaglione, con un’aliquota del 33%, genererebbe un risparmio del 10%.
Questo si tradurrebbe in un aumento annuale della busta paga di circa €1.400. Un risparmio di questa portata rappresenterebbe un notevole miglioramento del potere d’acquisto e della capacità di risparmio per le famiglie di questa fascia di reddito.