D’Amore Hospital – struttura ospedaliera di GVM Care & Research convenzionata con il SSN – è al primo posto in Italia tra tutte le strutture private accreditate e convenzionate per il numero di interventi chirurgici alla tiroide eseguiti nell’anno 2015.
Leggendo i dati Agenas, (ente pubblico non economico nazionale del Ministero della Salute) emerge che complessivamente nel periodo gennaio – dicembre 2015 i pazienti con residenza nella Asl di Taranto operati per tumore maligno alla tiroide sono stati 138, di questi il 56% è stato trattato presso D’Amore Hospital.
In un solo anno quindi sono stati eseguiti 85 trattamenti chirurgici per soli casi di neoplasie maligne che hanno previsto un iter terapeutico completo. Degli 85 pazienti operati, circa la metà non è stato sottoposto ad ulteriore terapia, la restante parte ha proseguito e concluso in maniera positiva il percorso di cura con radioterapia metabolica.
Anche su scala provinciale l’ospedale di Taranto ha registrato un volume di attività tanto significativo da occupare una posizione di rilievo nel trattamento chirurgico delle patologie maligne riconducibili alla tiroide, in quanto ha coperto e soddisfatto in un anno più della metà del fabbisogno del territorio tarantino. Risultati eccellenti inoltre sono stati raggiunti inoltre su scala regionale. Con il 16% di casi trattati su 535 complessivi, infatti, l’Ospedale risulta il secondo centro pugliese in questo ambito chirurgico, tra tutte le strutture sanitarie ospedaliere ed universitarie.
La patologia oncologica tiroidea, come testimoniato dall’ultimo registro tumori della Regione Puglia – è in incremento nel Tarantino, specie tra le donne. Risulta infatti il terzo tumore più diffuso soprattutto nel sesso femminile (7% ). I dati regionali sono in linea con la media nazionale ma a Taranto l’ambiente, per diversi fattori ancora oggi oggetto di studio, favorisce, forse per predisposizione genetica e interferenze ambientali, l’aumento dei di casi di tiroidite, ossia infiammazioni croniche della tiroide, che spesso si associano a patologie nodulari maligne.
“Il protocollo diagnostico e terapeutico di D’Amore Hospital consente di fare diagnosi precoci grazie ad un collegamento diretto con il centro di diagnostica interno all’ospedale dove si eseguono ecografie e citologie, – spiega il responsabile dell’Unità Operativa di chirurgia tiroidea, il Dott. Alfredo Procaccini – e intercettare immediatamente i casi sospetti o accertati di tumore, inserendoli in un percorso dedicato di priorità per il trattamento chirurgico”.
I punti di forza dell’ospedale sono i tempi di attesa per l’intervento che viene eseguito al massimo entro 30 giorni -come stabilito dalla letteratura scientifica internazionale per quanti presentano una diagnosi citologica di neoplasia tiroidea – e l’impiego di presidi chirurgici all’avanguardia come il bisturi ad ultrasuoni, sofisticata strumentazione che consente di minimizzare il trauma operatorio e limitare al massimo possibili complicanze come la lesione del nervo ricorrente, collegato alle corde vocali.
Infine in casi particolarmente complessi dal punto di vista anatomico o per i re- interventi, l’equipe si avvale di un’altra metodica chirurgica all’avanguardia che è il monitoraggio intraoperatorio del nervo ricorrente , sistema attraverso il quale è possibile preservare, controllando posizione e funzione, il nervo ricorrente durante l’operazione.
Tre le metodiche moderne da segnalare, oggi prerogativa di pochissimi centri in Puglia, è infine il monitoraggio intraoperatorio del nervo facciale (NIM) nella chirurgia della ghiandola parotide la cui applicazione permette la costante rilevazione dell’attività nervosa tramite un’apparecchiatura di ultima concezione, specie durante gli interventi per patologie maligne che comportano l’asportazione della ghiandola stessa. All’interno della ghiandola passa il nervo facciale che innerva con i suoi rami tutti i muscoli del viso il cui danno potrebbe comportare danni estetici o funzionali anche permanenti. Il monitoraggio è fondamentale per preservare questa importante struttura muscolare.
Il tumore alla tiroide è una patologia silenziosa, a volte sottovalutata, ma molto diffusa che colpisce in modo particolare le donne. Il tumore alla ghiandola tiroidea è causato dalla crescita anomala di celluleche producono ormoni. La spia per individuare tali patologie è un nodulo sospetto, percepibile al tatto, che necessita di essere controllato.
In base al registro tumori della Regione Puglia, quella alla tiroide è la terza patologia oncologica più diffusa a livello regionale, soprattutto nel sesso femminile.
Ad approfondire tutti gli aspetti di questa patologia,il dottor Alfredo Procaccini, Responsabile della Unità operativa di Chirurgia Tiroidea di D’Amore Hospital.
Dottor Procaccini quali sono le patologie chirurgiche che interessano la tiroide?
“In primis i tumori maligni che, se adeguatamente trattati, hanno una percentuale molto elevata di guarigione. In particolare quando ci sono fattori di rischio favorevoli quali istotipi differenziati, sesso femminile, età inferiore a 45 anni e superiore a 18 e presenza di noduli di dimensioni non superiori a 1 centimetro. Oltre ai tumori maligni,rientrano nelle patologie chirurgiche della tiroide,le alterazioni di funzione della ghiandola, come l’ipertiroidismo non trattabile con la terapia medica e le formazioni nodulari così voluminose da determinare difficoltà nella respirazione o nella deglutizione”.
Come si fa a capire quando un nodulo della ghiandola tiroidea è “sospetto”?
“Un elemento di estrema importanza è la familiarità., ossia la presenza di casi analoghi nella famiglia di origine. Inoltre, lo studio ecografico dei noduli con metodiche ecografiche mirate e di estrema precisione, come quelle di cui disponiamo al D’Amore Hospital, permette di individuare noduli anche molto piccoli con caratteri di sospetto, come ad esempio margini irregolari ovvero vascolarizzazione patologica all’interno del nodulo. La fase successiva è curata dal citologo che procede a pungere i noduli in modo ecoguidato e ne stabilisce la natura .
La citologia consente di classificare i noduli in 4 categorie in base alle caratteristiche delle cellule. Le categorie vanno dai casi di benignità accertata alla malignità manifesta, ma esistono anche casi indeterminati in cui la diagnosi citologica appare incerta. In queste situazioni, il paziente presso il nostro ospedale viene preso in carico da uno staff multidisciplinare costituito da chirurgo, citologo, radiologo ed endocrinologo che discutono e tracciano il percorso clinico più adeguato.
Le metodiche chirurgiche per il tumore alla tiroide sono oggi sempre meno invasive. Quali sono i vantaggi?
“La nostra equipe, costituita anche dal Dr. Santino Ferrara con la collaborazione del responsabile del reparto di chirurgia generale, Dr. Alessandro Presta, si avvale di una metodica operatoria a cielo aperto con incisioni di minima entità e con utilizzo di due presidi chirurgici all’avanguardia: bisturi ad ultrasuoni e monitoraggio intraoperatorio del nervo ricorrente mediante una apparecchiatura in uso routinario nella chirurgia della ghiandola parotide per il monitoraggio intraoperatorio del nervo facciale.
Perché viene utilizzato il bisturi ad ultrasuoni
“Il bisturi di nuova concezione consente di minimizzare il trauma dell’operazione riducendo il dolore post-operatoria. Grazie all’impiego di questo strumento i vasi si coagulano con una temperatura inferiore a quella normalmente ottenuta dagli elettrocoagulatori classici e quindi si limitano al massimo le complicanze principali della chirurgia tiroidea, prime fra tutte la lesione del nervo ricorrente , evento che determina disfonia importante, ossia un abbassamento della voce , ed il danno alle ghiandole paratiroidi che causa una alterazione al metabolismo del calcio e del fosforo.
Cosa si intende per monitoraggio intraoperatorio del nervo ricorrente?
“In casi complessi dal punto di vista anatomico o inre interventi si ricorre a questo protocollo chirurgico che permette di tenere sotto controllo la funzione del nervo ricorrente attraverso l’ utilizzo di un tubo anestetico provvisto di un elettrodo che si pone tra le due corde vocali: quando si tocca il nervo le corde si contraggono, questa contrazione viene percepita dell’elettrodo e trasmessa al monitor che lasegnala mediante un avvisatore acustico e visivo. Serve, dunque, a monitorare la posizione e la funzione del nervo, e quindi proteggerlo, nel corso dell’operazione. Analogo al monitoraggio del nervo facciale che si applica nella chirurgia della ghiandola parotide, spesso affetta da patologie maligne e benigne che comportano l’asportazione della ghiandola stessa. All’interno della ghiandola passa il nervo facciale che innerva tutti i muscoli mimici del viso, il cui danno potrebbe comportare danni estetici o funzionali anche permanenti. Il monitoraggio è fondamentale per preservare questa importante struttura nervosa”.
Terribili notizie per gli italiani: con l'arrivo del decreto sicurezza, la Polizia avrà pieni poteri,…
Una nuova e pericolosa truffa minaccia gli utenti di WhatsApp. Le autorità hanno appena lanciato…
Gli Stati Uniti ti stanno dissanguando. Si, è proprio l'America a gestire il flusso delle…
Bonus clamoroso per gli hotel, che ti consentirà di andare in vacanza e di ricevere…
La Conad ha ritirato un prodotto dal mercato con all'interno un vero e proprio rischio…
Il ciclo vizioso dell'auto, un sistema che costringe a indebitarti: L'ipocrisia della "transizione ecologica" e…