Teddy Reno: “Il Frank Sinatra italiano”
Inverno 1946. Trieste. Presso gli studi della radio cittadina, quartier generale degli Alleati, presidiato dalle truppe angloamericane, il maestro Guido Cergoli si appresta a registrare con la sua orchestra i brani per una rivista musicale di prossima trasmissione , visibilmente adirato per il rit…

Inverno 1946. Trieste. Presso gli studi della radio cittadina, quartier generale degli Alleati, presidiato dalle truppe angloamericane, il maestro Guido Cergoli si appresta a registrare con la sua orchestra i brani per una rivista musicale di prossima trasmissione , visibilmente adirato per il ritardo del cantante esordiente , Ferruccio Ricordi. “Eh, vatti a fidare dei giovani…”Sarò puntuale”, ha detto…Infatti, eccoci qua, tutti pronti ad aspettare le sue grazie!…A ma ,quando arriva, mi sente…altroché ,se mi sente!…”.”Buongiorno, direttore!…buongiorno, maestri!…”, fa il suo ingresso ,proprio allora, il giovane Ricordi, “Scusate il ritardo, ma sono stato letteralmente rapito…dalla musica, si intende!…Un mio carissimo amico, un marine di stanza al porto, sapendo della mia passione per la musica, ci teneva a farmi ascoltare i dischi di un cantante che in America va per la maggiore…un certo “Frank Sinatra”… “Frank” fa un genere che , in Italia, ancora non è molto conosciuto, lo “swing”…altro che “Te vojo ben” di Bidoli!…E’ questo che dobbiamo proporre al pubblico : un nuovo genere!…” . “Sentimi bene, benedetto giovanotto…” , lo ammonisce furioso il maestro, continuando: “finché dirigerò questa orchestra si suoneranno e canteranno solo le canzoni che dico io!…altrimenti , te sei libero de andar… “Alberto Rabagliati” , quello l’è un grande cantante…altro che “Frank Sinatra”…tutti Americani volete diventar voi giovanotti…tutti a guardar fuori da casa vostra…e qui chi ci rimane?…” . “Ah…no, caro direttore, mi dispiace, ma ho già deciso…”, annuncia convinto il cantante, chiosando : “finita la registrazione partirò per l’America…voglio conoscere ogni cosa della cultura musicale americana!…solo così potrò diventare il “Frank Sinatra italiano!…” .
“Voglio vivere trecento anni per continuare a creare. La mia voce non ha età”. Così, dichiarava nel 2016, nel corso di un’intervista, rilasciata al quotidiano “La Repubblica”, in occasione del suo novantesimo compleanno, il cantante, produttore e attore Teddy Reno . Nato a Trieste, l’11 luglio del 1926 , Ferruccio Von Merkenstein, questo il vero nome dell’artista, vive un’infanzia movimentata, spostandosi dal Friuli all’Emilia Romagna al seguito dei genitori, i coniugi Giorgio Merk ,ingegnere di origini austroungariche e di natali aristocratici e Paola Sanguinetti Sacerdote,casalinga romana di ascendenza ebraica. Cresciuto a ritmo di musica tra Cesena e Rimini, negli anni Trenta, cambiato il cognome nobiliare in “Ricordi”, per volere del padre, debutta dodicenne a un concorso riservato ai cantanti esordienti , presentandosi con la canzone “Tu sei la musica”. Travolto insieme con la famiglia dagli eventi tragici della Seconda guerra mondiale, dopo essere sfuggito alla persecuzione razziale dei Tedeschi e aver trovato protezione sotto falsa identità prima a Milano Marittima e poi a Ferrara , nel dicembre del 1944 viene catturato e rinchiuso con i suoi cari nel carcere di Codigoro. Ritrovata la libertà grazie all’intervento tempestivo degli Alleati, nel 1946 ritorna a Trieste, esordendo ai microfoni della radio cittadina come cantante dell’orchestra diretta dal maestro Guido Cergoli . Raccolto largo consenso con il brano melodico “Eterno ritornello”(Te vojo ben) di Bidoli, ma attratto dalle sonorità swing e jazz d’oltreoceano, dopo essere stato scritturato dal maestro Teddy Foster, parte con l’orchestra di quest’ultimo per una tournée in Germania, utilizzando lo pseudonimo artistico di “Teddy Reno” ( Teddy , in omaggio al direttore d’orchestra e Reno , come il fiume, attraversato dal cantante in lungo e in largo). Poi, esibitosi in giro per l’Europa, al suo rientro in Italia, viene notato dai maestri Pippo Barzizza e Nicelli che lo ingaggiano per numerose trasmissioni radiofoniche Rai ,( tra le altre : “Il braccialetto di Sheherazade”,condotta da Nunzio Filogamo), realizzate negli studi di Torino . Favorito dalla popolarità e dal consenso acquisiti grazie all’attività radiofonica, dal 1948, si trasferisce a Milano, dove fonda la casa discografica CGD , per la quale incide canzoni di genere “confideziale”, appartenenti al repertorio classico italiano, napoletano e internazionale ,quali : “Addormentami così”, “Trieste mia”, “Muleta mia”, “Aggio perduto o’ suonno”, “Accarezzame”, “Na voce na chitarra e o’ poco e’ luna”, “Malafemmina”, “Chella là”, “Piccolissima serenata”, “Come sinfonia” e lancia, in veste di produttore , nuovi talenti come Lelio Luttazzi, Betty Curtis, Gianni Ferrio, Jula de Palma, Giorgio Consolini e Johnny Dorelli. Nel decennio Cinquanta , seppur deciso a non abbandonare l’ambiente musicale e radiofonico ( è tra i protaginisti dei programmi “Nati per la musica” e “Punto interrogativo”), tuttavia si cimenta anche nella conduzione di trasmissioni della neonata televisione, proponendo per primo il modello del “talk show” (“Canzoni al caminetto”, “60 Souvenir”) , animato da ospiti d’eccezione come le attrici Jennifer Jones e Kim Novak o il cancelliere della Germania Ovest, Konrad Adenauer. Reduce dai successi di attore teatrale ( nel 1957 interpreta la commedia musicale di Garinei e Giovannini “L’adorabile Giulio”) e cinematografico ( fra il 1956 e il 1957 recita accanto a Totò,Peppino e a Vittorio De Sica nelle pellicole di Camillo Mastrocinque “Totò, Peppino e la…malafemmina”, “Totò , Peppino e i fuorilegge” e “Totò, Vittorio e la dottoressa”), nel 1959, vince il Festival di Napoli con la canzone scritta da Murolo “Sarrà chissà”. Intenzionato a scoprire nuovi talenti , negli anni Sessanta, rallenta gli impegni di cantante, dando vita a una nuova etichetta discografica, la Galleria del Corso e al Festival degli sconiosciuti di Ariccia , la cui prima edizione viene vinta dalla giovanissima Rita Pavone, adolescente torinese divenuta nel giro di poco tempo idolo canoro degli Italiani e stella di sceneggiati Tv ( “Il giornalino di Gian Burrasca”, adattamento dall’omonimo romanzo di Vamba) e film “musicarelli” ( “Rita la zanzara”e “Non stuzzicate la zanzara”, entrambi diretti da Lina Wertmuller, “La feldmarescialla” di Steno e “Little Rita nel West” di Ferdinando Baldi). Destato scalpore nell’opinione pubblica per via del suo legame non più unicamente artistico con la ventenne “bambina prodigio dello spettacolo” , si attira le feroci critiche dei media benpensanti quando nel marzo del 1968, passati da poco i quaranta, non ancora ottenuto il divorzio dalla produttrice cinematografica Vania Protti, madre del suo primo figlio,Franco , decide di sposarla con rito religioso officiato a Lugano, in Svizzera. Prediletto negli ultimi decenni il ruolo di pigmalione/produttore (che svolge avvalendosi anche del supporto dei figli ,Alex, giornalista radiofonico e Giorgio, cantante di un gruppo rock), l’artista triestino ,non si è però allontanato dagli studi di registrazione, incidendo e pubblicando nel 2007 “Se questo non è amore” ,album con i suoi successi riarrangiati dai maestri Paolo Ormi e Victor Bach. Quindi, raggiunti nel 2014 i settant’anni di carriera, è stato insignito, per mozione del consiglio comunale di Trieste, sua città natale, della prestigiosa onorificenza del Sigillo Trecentesco , evento al termine del quale ha dichiarato : “Oggi, non sento nessuna incertezza nella mia voce, che incredibilmente sta migliorando. Alla mia età smettere di creare cose belle per se stessi e per gli altri è più pericoloso che continuare a farlo”.