Aziende fittiziamente intestate a terzi, apparentemente “pulite”, con le carte in regola per avere le autorizzazioni necessarie alla gestione di un settore strategico: quello dei rifiuti speciali. In questo modo, società riconducibili alla ‘ndrangheta potevano intrattenere rapporti contrattuali con le maggiori aziende siderurgiche italiane. Copiosi quantitativi di rifiuti venivano riversati su terreni agricoli, risultati gravemente contaminati da sostanze altamente nocive, alcune di esse rilevate sino a valori pari al 6000% del limite previsto.
I Carabinieri del Gruppo Forestale di Reggio Calabria hanno eseguito provvedimenti cautelari nei confronti di 29 persone per associazione di tipo mafioso, disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti, intestazione fittizia di beni, estorsione, ricettazione. Sequestri preventivi per oltre 1milione e mezzo di Euro.
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