Mer. Dic 6th, 2023

Il presidente ucraino Zelensky ha rifiutato l’offerta Usa di lasciare l’Ucraina, ha chiesto armi e non un passaggio. Ma la cronaca ci porta dentro la città di Kiev, dove sono iniziati i combattimenti strada per strada. Sarà la battaglia più lunga di questa guerra. Putin sa bene che deve fare presto e non può prolungare i combattimenti, altrimenti tutto si ripercuota contro anche all’interno della Russia. È proprio il tempo a giocare il ruolo principale. Si è giunti al terzo giorno di guerra combattuta sul campo. I russi sono a ridosso della città di Kiev, che potrebbe cadere nelle mani dei russi nelle prossime ore.

Mosca si sta muovendo su più direttive. Elicotteri da assalto hanno conquistato l’aeroporto di Hostomel, a Nord di Kiev, dove le forze armate russe stanno convogliando le truppe per l’attacco finale alla capitale. Nel distretto di Obolon già da ieri erano segnalati scontri nelle strade. Intanto le forze russe avanzano anche da Sud e da Est. I separatisti di Donetsk e Luhansk sono penetrati per diversi chilometri nei territori del Donbass fino a tre giorni fa nelle mani degli ucraini. Dalla Crimea i reparti russi sono avanzati su Mariupol e Odessa. L’area dell’ex centrale nucleare di Chernobyl è in mano alle truppe di Putin partite dalla vicina Bielorussia.

L’aspetto militare non deve far dimenticare l’aspetto umano, le sofferenze che stanno vivendo i cittadini ucraini. La Polonia sta accogliendo i rifugiati che si stanno riversando verso il confine polacco. Sono quasi un milione le persone che stanno fuggendo dal teatro di guerra. Le analisi sui rifugiati fanno impallidire: si potrebbe arrivare fino a cinque milioni di profughi ucraini che potrebbero fuggire dall’Ucraina raggiugendo i confini europei, in primis Polonia e Romania. Secondo l’Onu, hanno lasciato le loro case e sono al momento sfollati all’interno del Paese, mentre diverse migliaia si sono diretti verso Polonia, Ungheria, Slovacchia, Moldavia e Romania. Nei giorni successivi all’invasione sono stati segnalati pesanti ingorghi sulle strade in direzione ovest con migliaia di persone che hanno continuato a lasciare le loro case. Questo è l’aspetto più cruento di questa guerra: ancor auna volta a pagare sono cittadini civili.