Estate 2010. Roma, via Monte del Gallo. Immersi nella quiete della cappella dell’Immacolata , all’interno del convitto dei Silenziosi operai della Croce, l’attore Toni Bertorelli e la moglie Barbara attendono l’arrivo di Don Luigi, responsabile del ramo maschile dell’ordine “Buongiorno carissimi!…mi stavate aspettando ed eccomi, sono giunto a voi!…” , fa il suo ingresso nella sala il sacerdote. “Sì, padre!…non so se le hanno accenato la questione…io e mia moglie, stiamo ritinteggiando la nostra casa e vorremmo prendere una stanza in affitto per un paio di settimane, in attesa che gli ambienti arieggino…sa come vanno queste cose? , i lavori negli appartamenti comportano sempre qualche disagio!…” ; spiega l’attore. “Certo, certo, so già tutto , signor Bertorelli…Non c’è alcun problema…Sicuro che abbiamo una stanza per voi!…”. “Grazie, Padre!…ma io devo avvisarla di una cosa, anzi due…”, annuncia Bertorelli, rabbuiandosi, “La prima è che da circa trent’anni convivo con quella scimmia immonda dell’alcolismo ; sono quindi , quello che si può definire : un alcolizzato…e per non farmi mancare niente, pure in lista per un trapianto di fegato!…La seconda , invece, è che, ormai da molto tempo , mi sono allontanato dalla Chiesa…Dunque, non so se sono degno di abitare in un posto come questo , nella casa del Signore, intendo!…Forse, sarebbe meglio che , prima, mi confessassi…le andrebbe, Padre, di ascoltarmi?…”. “Andiamo Toni, seguimi…Scusa, ma, non posso raccogliere le tue confessioni dandoti del lei !…” , chiarisce il sacerdote. “Si figuri , Padre!…anzi , grazie!…Adesso, andiamo in chiesa, in confessionale, vero?…” , domanda l’attore; “Possiamo andare anche nel mio studiolo…”, risponde Don Luigi, aggiungendo con tono rassicurante : “Lì, c’è un salottino…staremo più comodi…in fondo, non cambia niente!…” .
“La mia è la storia di un innamorato deluso , che ha deciso di abbandonare la fidanzata. L’innamorato ero io , la fidanzata era l’alcol”. Con queste parole, l’attore Toni Bertorelli raccontava qualche mese fa alla stampa della sua esperienza di alcolista, in occasione dell’uscita dell’autobiografia romanzata, “Voglio vivere senza di te”, pubblicata da Iacobelli Editore. Nato a Barge (Cuneo) il 18 marzo del 1948, debutta sulle scene nel 1969, collaborando con l’attore-regista Carlo Cecchi alla messinscena di opere del repertorio classico e contemporaneo. Esordito nei primi anni Settanta sul piccolo schermo con lo sceneggiato diretto da Edmo Fenoglio, “I Buddenbrook”, adattamento dell’omonimo romanzo di Thomas Mann e ,nel cinema, con la pellicola di Toni de Gregorio “E cominciò il viaggio nella vertigine”, per oltre un decennio alterna ruoli da protagonista in palcoscenico a partecipazioni a miniserie televisive Rai ( tra le altre interpretazioni: “L’assedio di Firenze”, di Ugo Gregoretti e “Il processo” di Luigi Di Gianni). Ottenuta a partire dagli anni Novanta una discreta popolarità presso il grande pubblico , grazie a film quali “Morte di un matematico napoletano”di Mario Martone e “Pasolini, un delitto italiano” di Marco Tullio Giordana, per il quale si aggiudica il premio Sacher d’oro, come “miglior attore non protagonista”, dal 1996 al 1998 si cimenta con la regia teatrale, dirigendo le pièces : “Les femmes savantes” di Molière, “Pezzo di monologo” e “Passi” di Samuel Beckett e “Three Hotels” di Jon Robin Baitz. Premiato come “miglior attore teatrale” per l’interpretazione de “Il tartufo”di Molière, fra il 2000 e il 2015 prende parte a numerosi film d’autore: “Il partigiano Johnny” di Guido Chiesa, “La stanza del figlio” e “Il caimano” di Nanni Moretti, “Luce dei miei occhi” di Giuseppe Piccioni, “L’ora di religione”di Marco Bellocchio(grazie al quale ottiene il premio Flaiano Film Festival come “miglior attore non protagonista”), “La passione di Cristo”di Mel Gibson, “Romanzo criminale” di Michele Placido e “Latin Lover” di Cristina Comencini. Apparso in diverse fiction Rai e Mediaset , tra le quali : “Renzo e Lucia” di Francesca Archibugi , “Guerra e pace” di Robert Dornhelm, “Pinocchio” di Alberto Sironi e “Rossella” di Gianni Lepre e Carmine Elia, nel 2013 pubblica per Iacobelli Editore il suo primo romanzo : “L’effetto del Jazz”, sulla nascita del primo jazz club d’Italia , a Torino. Apprezzato recentemente dal pubblico e dai critici per le sue interpretazioni nella pellicola di Marco Bellocchio “Sangue del mio sangue” e nella serie Sky, diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino , “The Young Pope”, si è spento ,dopo una breve malattia , lo scorso 26 maggio, all’età di sessantanove anni , nella sua abitazione romana, assistito dalla moglie Barbara. Nelle ultime interviste , consapevole di aver vissuto tra “genio e sregolatezza” , ha ammesso con sincerità e coraggio: “[…] Se ho deciso di confessare un’esistenza tanto scomoda in un romanzo è perché la vita, per essere una vera vita, deve essere vissuta nella verità. Per questo ho deciso di dirlo , perché sono convinto che non c’è una persona che non abbia un parente, un amico, qualcuno che è dentro questo problema dell’alcol. Bisogna cominciare ad amare gli altri. Ad amarli davvero, a volere il loro bene prima del nostro. L’alcolismo è un problema invisibile e diffusissimo , una droga socialmente accettata che fa tante vittime e di cui tutti fingono di non accorgersi. Solo rivolgendosi a un’entità superiore , si può trovare la forza di uscirne. “Spiritus contra spiritum”, come diceva Jung. Del resto, non me la posso prendere con nessuno, me la sono cercata, sono io il responsabile. Praticamente ho sprecato molto più della metà , i tre quarti della mia vita, mi dispiace ma è così. Sono stato uno stupido”.