Mar. Mar 28th, 2023

ROMA- Con il referendum sulle trivelle evidentemente è iniziato il percorso che porterà alla fine dell’ecologismo del NO. Un ecologismo che spesso è falso e porta solo a frenare il meccanismo di modernizzazione del paese. Basti pensare alla no TAV, dove personaggi politico del calibro di Niki Vendola sbandieravano fuori casa la bandiera dell’ecologismo, ma quando si è trattato di costruire l’alta velocità che collega Bari a Napoli hanno immediatamente eretto il comitato del Si TAV. Perché in Puglia va bene e altrove NO? La risposta è venuta dal corpo elettorale, che in Puglia, regione che ha proposto il referendum, i pugliesi non hanno fatto raggiungere il quorum alla regione Puglia.

Si parla tanto di rinnovabili, ma sanno benissimo che esse non riescono in nessun modo a soddisfare le esigenze energetiche del paese: dobbiamo far camminare treni, tenere in moto le macchine delle industrie, dobbiamo alimentare scuole e case, dobbiamo tenere accese le pubbliche illuminazioni, ebbene, le rinnovabili non riescono a fare tutto ciò. Come mai nessuno ha detto che noi paghiamo in bolletta incentivi alle rinnovabili su impianti dismessi che non hanno mai prodotto nulla. Come ad esempio non hanno mai detto che con le pale eoliche abbiamo solo deturpato interi paesaggi ma esse non producono energia sufficiente a mantenere nemmeno un piccolo villaggio. Con gli impianti a pannelli solari si tolgono terreni alla coltivazione, che servono a nutrirci, ma essi non soddisfano un grande fabbisogno energetico della nazione. Invitano i cittadini ad installare pannelli solari sulle case, però gli stessi non riescono a disdire i contratti del fornitore di energia elettrica perché i pannelli non soddisfano le esigenze dell’intera abitazione.

Ecco, questi motivi e tanti altri ancora hanno indotto gli italiani a non andare a votare. A non dare credito agli ecologisti che continuano a pretendere ciò che non è possibile in un paese che ha bisogno di energia. Basti solo prendere in considerazione che l’Italia non ha mai voluto le centrali nucleari, però intorno a noi abbiamo 436 centrali nucleari, che se esplodono una sola di queste i primi a morire siamo noi. Intanto noi andiamo da loro e compriamo energia elettrica prodotta con il nucleare pagandola a caro prezzo. Con il referendum sulle trivelle si è interrotto un percorso ecologista che è partito tanti anni fa con la costruzione del partito dei Verdi. Un partito che raggiunse anche il 12% dei consensi elettorali ed oggi non esiste più. L’ecologismo ha stancato gli italiani, la dimostrazione è la presa di posizione contro il voto, perché era l’unica strada per interrompere questo percorso del NO infinito.