Estate 2019. Napoli. In un caffè sul lungomare, il batterista, percussionista e cantautore Tullio De Piscopo, in attesa di consumare la sua colazione, chiacchera seduto al bancone con il barista. “Hai visto, Totò ,quest’anno che squadra che ha messo su il Napoli?…che dici, ce la facciamo a vincere lo scudetto o dovremo ancora aspettare?…Va be’, va, ho capito, l’argomento è scottante!…”, constata ironico il musicista, continuando: “Totò, ma poi l’hai più visto quel signore che l’altro giorno chiedeva di me?…No, perché, ad essere sincero, io me so’ nu poco spaventato!…Quello, di solito , quando qualcuno ti cerca, due sono i punti: o è questione di soldi o si tratta di qualche guaio!…”. “No, Tullie’, stai tranquillo!…niente di tutto questo…Si trattava di un signore che voleva proporti di suonare la batteria in uno spettacalo di beneficenza…Mi ha detto pure il nome dell’associazione per cui lavora, ma ti devo dire la verità: me lo so’ scordato!…Il fatto è che quando è passato io stavo preparando le granite, quindi non ho avuto il modo di segnarmi il nome…Comunque, appena ripassa, ti faccio sapere, eh!…E poi, io sono sicuro che il signore prima o poi ti trova…sfido io: stai sempre qua!…”, esclama il barista con tono sarcastico, suscitando l’immediata reazione di De Piscopo,che lo incalza: “Eh…per forza che sto sempre qua…è il migliore bar di Napoli!…e dove si beve un caffè più buono di questo?…Totò, ad ogni modo vogliamo parlare di cose serie?…Io sto pensando una cosa…e vorrei un tuo parere…Io sto preparando un nuovo disco: 12 brani…sei sono del mio repertorio, tre sono cover e tre sono brani inediti…Io, per gli inediti vorrei fare dei duetti con questi giovani cantanti…quelli del rap…che oggi è pure un po’ trap…tu che mi dici, faccio bene o spiazzo il pubblico?…”. “Tullie’, amico mio, e tu a me lo chiedi?…io faccio il barista, mica il musicista!…”, risponde il barista. “Totò, ma che mi dici?…Certo che lo so che non sei un musicista!…però, la musica ti piace…e ti piacciono pure tutti questi rapper…quindi, un consiglio me lo potresti pure dare!…”, sollecita De Piscopo, l’amico barista, raccontando: “Totò, ma tu sai che il rap l’ho inventato io, qua a Napoli, negli anni Cinquanta?…Ti spiego. Io ero uno scugnizzo , stavo sempre per strada, anche perché a casa non c’era il riscaldamento. Mi chiamavano “il pazzo”, perché io stavo sempre con due legni in mano che percuotevo e quando parlavo lo facevo ritmicamente. In pratica, rappavo tutto ciò che i miei occhi vedevano nel mio quartiere…Porta Capuana: quello che faceva don Pasquale l’olivendolo , quello che faceva Don Salvatore il sarto, quello che faceva don Vincenzo il calzolaio. E io lì a rapparci sopra…Insomma, con modestia parlando, posso proprio dire che la mia è stata ed è una vita tutta a tempo di musica!…”.
“Appena nato ho aperto gli occhi e ho visto bacchette, spazzole, percussioni varie, piatti, piattini, tamburi e subito ho capito che quei rumori mi appartenevano. Erano i rumori di mio padre Giuseppe e di mio fratello Romeo: loro erano batteristi. Quindi, ho subito deciso di fare anche io il batterista”. Così, il batterista e percussionista Tullio De Piscopo raccontava, qualche tempo fa, della sua infanzia, in un’intervista, rilasciata a un quotidiano. Nato a Napoli, il 24 febbraio 1946, in una famiglia di musicisti, il padre Giuseppe e il fratello Romeo, suonano la batteria e le percussioni,rispettivamente,nell’Orchestra napoletana del Maestro Giuseppe Anepeta, e presso il circolo della Nato di Bagnoli, cresce nel quartiere di Porta Capuana, ascoltando i dischi di grandi musicisti, quali: Charlie Parker, Miles Davis, Kenny Klarke, Art Blakey e Max Roach. Autodidatta, a partire dall’età di tredici anni, in pieno Dopoguerra e negli anni del Boom, suona nei night club per intattenere i Marines della flotta americana di stanza nel porto della città. Poi, nel 1970,svolto il Servizio di Leva nei Bersaglieri, si trasferisce a Bologna, dove suona nell’Orchestra di liscio di Paolo Zavallone. Quindi, dopo un periodo passato su e giù tra Napoli e Milano, ingaggiato dal proprietario del Jazz Club “Il Capolinea“, dove rivela doti di “Jazz man”, suona nei gruppi di Enrico Intra e Franco Cerri, di Gianni Basso ed Oscar Valdambini, partecipando in seguito ai principali festival italiani del periodo. Nel 1971,inciso il suo primo album, un 45 giri per sola batteria e percussioni con i brani: “Fastness” e “Coagulation“, forma il Jazz Power Group, insieme con Enrico Intra, Dino Piana e Gianni Basso e il trio Jazz con Renato Sellani e Dodo Goya, gruppo con cui suona presso i più importanti teatri del Paese. Nel 1974, batterista non solo di Jazz, ma anche per la musica leggera, incide dischi con Adriano Celentano,Mina, Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Mino Reitano, Roberto Vecchioni,Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Franco Battiato e Domenco Modugno, iniziando nello stesso periodo la collaborazione con Astor Piazzolla, con cui registra l’LP “Libertango“, il primo di undici,suonati insieme con il musicista argentino, in tornée in giro per il Mondo. Affermatosi a livello internazionale, accompagna diversi musicisti americani in tour in Italia, tra questi: Gerry Mulligan, insieme con cui parte per un tour europeo e incide due album, e Kay Winding, con cui registra il disco “Duo Bones“. Nel 1979, eletto “musicista dell’anno” dai lettori della rivista “Tv Sorrisi e Canzoni“, realizza il suo primo album dal vivo con Larry Nocella , Luciano Milanese e Riccardo Zegna e avvia la collaborazione con il cantautore Pino Daniele e con la band “VAIMO’”, composta da: Tony Esposito, Rino Zurzolo, James Senese, Joe Amoruso. Cimentatosi anche nella composizione di colonne sonore per film (“L’Arma”, “Razza selvaggia” e “Naso di cane” di Pasquale Squitieri, “Mi manda Picone” di Nanny Loi e “32 dicembre” di Luciano De Crescenzo), nel 1984 partecipa con Dizzie Gillespie e Chick Corea al neonato Festival Jazz di Sorrento, e porta per la prima volta la batteria nell’Orchestra Scarlatti e il Jazz al Teatro San Carlo di Napoli. Partito per un tour mondiale (Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile ed Estremo Oriente), nel 1987 rappresenta Napoli con Edoardo Bennato, James Senese, Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Ernesto Vitolo, in una manifestazione musicale tenutasi presso l’Apollo Theatre di Harlem, cui prendono parte artisti tra i quali James Brown. Nel 1988, in vetta alle classifiche per sette mesi consecutivi con il brano “Andamento lento“, portato in gara al Festival di Sanremo , si aggiudica l’Arena d’oro con il disco “Bello carico“, risultato il più venduto tra quelli presentati al FestivalBar. Ospite del Festival Internazoonale “Jazz Bo” di Bologna, nel 1990 suona con la formazione di percussionisti “M’Boom Re Percussion”e tiene concerti con un suo gruppo,composto da Mario Rusca, Luciano Milanese, Claudio Chiara, Andrea Pozza, partecipando poi al Concerto del Primo maggio con la Big Band di Gianni Basso. Poi, preso parte al Festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, nel 1995 pubblica il disco provocazione “Zzacotturtaic“, che vede la collaborazione del coro del Teatro alla Scala di Milano, dell’Orchestra Franz Schubert di Milano, di Renato Sillani, Antonio Fanò e di Roberto Fabbriciani. Intrapresa la strada dell’insegnamento, nel 2000 prende parte alla manifestazione indetta dal Campidoglio per l’inaugurazione dell’anno scolastico e al Giubileo della Terra, in occasione del quale tiene un concerto per i lavoratori nel Mondo, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. Presentato il lavoro didattico: “Jazz Walking“,nel 2004 collabora allo spettacolo “La lunga notte delle batterie“, dedicato al batterista Enrico Lucchini,e incide due dischi con Fabio Concato. Pubblicato ancora un album intitolato “Bona Jurnata“, nel 2008 parte in tournée con Pino Daniele, Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, ricostituendo la Superband del 1981, reunion sugellata dalla realizzazione del disco “Ricomincio da 30“. Nel 2009, testimonial per l’Unicef, con il patrocinio del Ministero degli Esteri, tiene una serie di concerti a scopo benefico in Kenya,preludio a una serie di eventi realizzati presso vari teatri e auditorium d’Italia. Fra il 2012 e il 2013, ritrovata la band del “Neapolitan Power” e Pino Daniele, parte per una serie di sei spettacoli dal titolo “Tutta ‘nata storia”, trasfomatosi poi in un tour mondiale. Esordito come scrittore,( dà alle stampe la sua biografia “Tempo! La mia vita“), nel 2015 partecipa al tour di Pino Daniele “Nero a metà” e registra il triplo disco di successi “Trilogy”, presentato in uno spettacolo realizzato in collaborazione con la “Nuova Compagnia di Canto Popolare”. Insignito nel 2017 del premio europeo Lorenzo il Magnifico, presso il Salone Cinquecento di Palazzo Vecchio, in seguito ,partecipa al Festival di Sanremo dove duetta con il gruppo “The Kolors“. Annoverato tra le cento Eccellenze Italiane nel mondo, nella quarta edizione del Premio omonimo, nel 2019 prende parte al tour “Cor Unum, Unum Sonum“, nell’ambito dell’annuale Corsa all’Anello, svoltasi presso la città di Narni. Docente di batteria a Milano, attualmente, sta raccogliendo materiale video inedito, relativo a concerti e spettacoli per realizzare il docufilm “Tullio De Piscopo-Cacciatore di sogni alla grande!!”. Ancora entusiasta della musica, a chi gli ha chiesto quale strumento utilizzi per comporre, ha risposto: “Nessuno, la voce. Una volta non c’era l’elettronica e io mi mettevo in una zona posta tra le stanze delle mie figlie dove c’era un pianoforte. Di certo, non utilizzo il computer. Scrivo con la penna!. Sto finendo un metodo per batteria tutto scritto a mano, che lascerò così: non voglio che sia battuto a macchina, voglio che la gente possa sentire di più il rapporto umano, che è dato dalla grafia, dal fatto di aver usato una penna, cosa che oggi non si fa più”.
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