MESSINA- Una sentenza, quella della corte di appello di Messina, che da un po’ di giustizia, seppur inutile, ad una donna uccisa dal marito. Marianna Manduca aveva denunciato per ben 12 volte il marito violento, nonostante le tante denunce l’uomo uccise la moglie. Adesso è rinchiuso in carcere e deve scontare venti anni di reclusione. Ma la corte d’appello di Messina ha stabilito che ci sono altri colpevoli e sono due pubblici ministeri e la Presidenza del consiglio dei ministri, che dovranno risarcire i familiari della donna. Per i giudici la condanna si rifà alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati. La Corte ha stabilito che ci “fu dolo e colpa grave nell’inerzia dei pm che, dopo i primi segnali di violenza da parte del marito, non trovarono il modo di fermarlo, nonostante le reiterate denunce della donna”.
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