ROMA- Saggista, scrittore, filosofo e linguista italiano, Umberto Eco è scomparso a Milano lo scorso venerdì all’età di 84 anni. Brillante studioso di semiotica (disciplina che si occupa dello studio dei segni e il modo in cui essi abbiano un senso), è stato anche pubblicista e scrittore, autore di molti saggi e di tanti romanzi di grande successo.
Il nome della rosa è il primo romanzo di Eco, pubblicato nel 1980 e ambientato nel Medioevo. Questo romanzo storico ha ottenuto grande successo sia in Italia sia all’estero, venendo tradotto in 47 lingue. Ha vinto il Premio Strega del 1981. Ambientato nel 1327 in un monastero benedettino dell’Italia settentrionale, è narrato in prima persona dal protagonista, Adso da Melk, che, ormai anziano, racconta le vicende accadute al monastero, e le indagini condotte dal suo maestro, il monaco inglese, Guglielmo da Baskerville.
L’ultimo suo libro, pubblicato nel 2015, è stato Numero Zero. Ambientato nel 1992, esso pone i riflettori su un’immaginaria redazione di un giornale, con riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria italiana, da Tangentopoli a Gladio.
Inoltre, uscirà postumo un altro suo testo, Pape Satan Aleppe. La pubblicazione, inizialmente prevista a maggio, è stata anticipata al 27 febbraio, come ha affermato Elisabetta Sgarbi: “Il libro lo aveva finito, consegnato e corretto. È un volume di saggistica, di interventi su temi di attualità. Sarà il suo contributo alla neonata casa editrice La Nave di Teseo”.
Eco sosteneva che Teseo fosse solo un pretesto, un nome come un altro. L’importante era la nave, non Teseo, tirando fuori la sua tanto amata semiologia e riferendosi anche al fatto che quella è proprio la nave che perde e sostituisce i pezzi, un po’ premonitore della sua scomparsa.
Il celebre scrittore ha voluto che la nave continuasse a navigare, consapevole, forse, di avere poco tempo a disposizione per condurla in acque sicure, perché la lettura è un’immortalità all’indietro.