Oggi il capo dello stato ha fatto visita a Casal di Principe per in ricordo del sacrifico di Don Peppe Diana, trucidato dalla camorra e scrisse la pagina più triste del territorio dell’Agro Aversano. Il capo dello stato si è rivolto maggiormente ai giovani, lanciando loro messaggi si speranza e per un futuro senza più camorra e mafie.
Il capo dello stato rivolgendosi ai giovani ha detto: “Don Diana aveva compreso che la criminalità organizzata è una presenza che distrugge speranze, semina odio e ruba il futuro ai giovani. Usava parole cariche d’amore, chiare, decise e coraggiose. Le mafie temono i cittadini liberi, vogliono persone asservite. La mafia è violenza e viltà. I mafiosi si presentano forti con i deboli, uccidono persone disarmate, non si fermano davanti a donne e bambini. L’omicidio di don Peppe Diana è stato detonatore di riscatto. Oggi, dove vivevano i capi della camorra, ci sono attività di assistenza, modelli virtuosi di partecipazione civile. L’arte, la cultura e l’allegria sono antidoti alla mentalità mafiosa. Siate fieri di vivere in questa terra che ha saputo compiere una grande rinascita: siete la generazione della speranza, quella a cui don Diana ha passato idealmente il testimone della legalità”.
Le parole del capo dello stato le condivido in pieno. Aggiungo che l’agro aversano per anni è stato ostaggio della camorra. Ogni timido segnale di sviluppo è stato fermato dall’arroganza di persone senza scrupoli. Le generazioni che hanno vissuto quegli anni bui, oggi pagano per intero le conseguenze di quella pagine bruttissima che ha insanguinato l’agro aversano. Soprattutto, la camorra ha frenato lo sviluppo economico del territorio. Sono stati anni dove il predominio camorristico aveva preso il sopravvento sull’economia onesta del territorio. La morte di Don Peppe Diana fu quel trampolino di lancio che convinse le istituzioni e i cittadini che era giunto il momento di reagire. Oggi possiamo dire che un nuovo agro aversano si può costruire. Si può ripartire puntando sulle qualità paesaggistiche, umane, storiche, culturali e tradizioni dell’agro aversano. Alle future generazioni spetta il compito di riscattare il territorio, tenendo presente che questa terra è meravigliosa e nessuno più può tenerla in ostaggio.