Il tempo passa, ma i ricordi non vanno mai via. Le belle amicizie restano per sempre, e quella vissuta con Costantino è stata un’amicizia partita da molto lontano, quando ragazzi ci divertivamo a giocare a biliardino in quelle sere d’estate quando, per noi, non c’erano altri diversivi. A noi bastava. Per noi era importante stare insieme qualche ora, non troppe, poiché per noi la sveglia la mattina suonava presto. Il mio amico Costantino è stato un grande lavoratore, uno di quelli che raramente se ne trovano in giro. Oltre che gran lavoratore, una persona dal cuore nobile, generoso, e amante dell’amicizia. La sapeva curare. Per lui gli amici erano un valore aggiunto della vita. Ed io ne so qualcosa.
Manca da morire. Per fortuna che restano i ricordi meravigliosi della nostra amicizia. Oggi quando passo fuori alla sua “campagna” mi viene sempre un tuffo al cuore. Mi manca la telefonata del sabato mattina, quando di prim’ora squillava il telefonino e con quella voce amichevole: “fraceto sust arind o liett stong a campagn, vienit a fa i percoc”. Scusate la scrittura poco corretta del napoletano, ma è doveroso scriverlo come Costantino lo pronunciava. Era uno spasso. Passavo per il bar, prendevo due caffè, e poi ce li gustavamo nella tranquillità della campagna raccontandoci il nostro trascorso e le cose della vita odierna. Erano quasi sempre cosi i nostri sabato mattina.
Quanti ricordi. In quei giorni maledetti c’eravamo promessi di farci una ubriacata per festeggiare al sua guarigione, invece non andò così. Quella promessa naufragò quel sabato pomeriggio, quando la cara amica e nipote di Costantino, Enza, mi chiama e con un pianto dirotto mi da la triste notizia del decesso. In poco tempo la maledetta malattia lo aveva strappato all’affetto di tutti noi. Sì, perché non sono l’unico che ha perso un grande amico, ma tanti altri hanno pianto per uno strappo improvviso di una persona che aveva dato tanto all’amicizia e a tutte le persone a lui care. Per me l’amicizia non è finita, non finirà mai, perché un giorno ci rincontreremo nell’alto dei cieli. Per ora continuo a fargli visita quasi tutte le domeniche mattine. Passo per la sua nuova casa, lo saluto, a volte ci facciamo una chiacchierata come ai tempi della campagna, perché so che lui mi ascolta, e vado via. Mi manca, ci manca, ma sono certo che è felice che nessuno l’ha dimenticato, perché ha saputo seminare nella vita terrena solo bene, nonostante è un anno che ci ha lasciato, continua a raccogliere l’amore da parte di chi l’ha conosciuto ed ha ricevuto la sua amicizia.