Gio. Mar 23rd, 2023

Che sia un governo Repubblicano, fatto di uomini e donne al servizio del paese in un momento così drammatico, può starci. Ma che il Premier Draghi abbia messo al centro del suo discorso al senato anche la cessione della sovranità, questo non si può accettare. Cedere la nostra sovranità significa perdere la nostra identità come PATRIA. Ormai sono anni che l’Europa tende a prendersi la sovranità dei singoli stati membri. Cosa finora non riuscita, ma il solco tracciato da Draghi sembra andare in questa direzione.

Cedere sovranità nazionale per una sovranità condivisa nell’Ue – ha detto Draghi. Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori.  Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere. Siamo una grande potenza economica e culturale. Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano.  

Un governo più europeista di quello appena nato non c’è mai stato. Le parole del Premier entrano in pieno in quel sistema europeo che finora non ha dato nessun beneficio alla nostra nazione. Con l’euro la vita economica e sociale degli italiani è peggiorata. Un’ammissione che nessuno accenna a fare. Tutto va bene, per questa classe dirigente, da quando siamo in Europa, ma non è così. Non ci sono stati miglioramenti economici per i cittadini, anzi, quel potere d’acquisto che si aveva con la lira è stato perso con l’euro. Il discorso sull’Europa, sulla cessione di sovranità, non si può accettare. L’Italia è Italia solo perché ha un popolo sovrano all’interno di una nazione.