ROMA- Sono riuscito a vedere 10 minuti di questo bruttissimo festival di Sanremo, ma la cosa che più mi sta disgustando é che un palcoscenico come il festival della musica italiana si sia trasformato in un grande manifesto politico elettorale a favore delle unioni civili. Una TV pubblica che chiede il canone obbligatorio ai cittadini italiani, e fa uso improprio del suo ruolo offrendosi come stampella del governo in carica su una legge che si sta votando in parlamento in questi giorni.
Sul palco si stanno esibendo tutti personaggi di alto livello internazionale e nazionali, e tutti, guarda caso, parlano delle unioni civili e delle adozioni. Tutti ne parlano in modo favorevole e nessuno dice qualcosa di negativo. Strano. Perché? La pluralità del servizio pubblico dove sta? Chi ha deciso una scaletta del genere. Chi ha permesso che gli artisti in gara sfilassero sul palco con i nastri arcobaleni. Chi ha autorizzato questo modo di usare il servizio pubblico su una materia cosi delicata come la famiglia?
Sono disgustato e schifato da questo modo di usare il servizio pubblico senza un serio pluralismo. Strano, tutti favorevoli alle unioni gay, possibile che in Italia non c’è nessuno che non è favorevole. Ci sono, e sono le famiglie naturali quelle del family day, ma quelle non hanno diritto di parola sul servizio pubblico nazionale pagato dagli italiani.