Un sistema stato che strozza le Partite Iva e non le tutela

Siamo alle porte del nuovo Natale ma per tanti imprenditori, piccole imprese, commercianti, artigiani, per loro Natale è una mazzata grossa, poiché lo stato, proprio in queste settimane, chiede tanto. Chiede sia come partite iva e sia come persone singole.

Un sistema stato che strozza le Partite Iva e non le tutela

Siamo alle porte del nuovo Natale ma per tanti imprenditori, piccole imprese, commercianti, artigiani, per loro Natale è una mazzata grossa, poiché lo stato, proprio in queste settimane, chiede tanto. Chiede sia come partite iva e sia come persone singole. Ormai in Italia si vive a strozzo, e il più grande strozzino è lo stato italiano, che con la sua pressione fiscale al 70% nel reale non permette alle persone di vivere serenamente.
Le partite iva sono il Pil del nostro paese, ma finora sono state additate solo come evasori e mai aiutate dal sistema stato. Le sinistre si sono accanite su di loro, ma non sanno nemmeno che significa fare impresa. Nessun partito di sinistra ha mai creato un’ora di lavoro, hanno solo saputo distruggere, attraverso lo stato di polizia, il sistema Italia che ruota intorno alle piccole e medie imprese. Oggi che questi piccoli soggetti imprenditoriali hanno chiuso battente, in Italia scarseggia il lavoro.
Una partita iva non ha nessuna garanzia: se ha la febbre nessuno lo paga, se sta schiattando nessuno lo paga, se ha una situazione di crisi nessuno lo sostiene, è un soggetto che produce, ma nel momento di difficoltà viene lasciato solo. Le partite iva italiane sono esseri senza speranza, perché nel momento di peggiori difficoltà lo stato di polizia lì attacca sui beni personali e la smette solo quando gli ha tolto tutto spedendolo in mezzo ad una strada. Eppure era un soggetto che manteneva vivo il Pil del paese.
Purtroppo tutti gli attori che fanno politica non interessa se un piccolo commerciante sta in difficoltà perché non c’è vendita. Lo stato, il suo socio improduttivo, che non va mai a lavoro, a fine anno gli chiede di essere pagato sempre e comunque. Quando ad un artigiano che non ha lavorato bene durante l’anno ed è riuscito a portare a casa, sgobbando e sudando, a malapena quello che gli serve per sostenersi, che è pari alla soglia di povertà, gli arriva una bella “sfardella” e non sa come pagarla. Gli brucia il cervello, intanto arrivano gli esattori dello stato e lo massacrano.
Siamo a Natale, forse questo nuovo governo invece di fare tante leggi minchiate, poteva fare qualcosa per questi soggetti produttivi, e magari anche sburocratizzare il sistema che non permette alle imprese di lavorare in tranquillità. L’Italia si muove solo se si riesce a far riaprire tutte quelle partite iva che hanno chiuso, ed oggi stanno pagando pene amare per uscire da sotto le grinze dello stato di polizia e dalle mani di una politica incapace di governare.