Categories: Cronaca

Un SUD maledettamente usato, sfruttato e lasciato povero

Il meridione dovrebbe iniziare a dare segnali di cedimento dinanzi alla prepotenza del potere politico, che finora ha fatto del sud una macchina di consensi. A partire dalla Democrazia Cristiana, per arrivare ai partiti di oggi, si è sempre cercato di trovare l’arma di persuasione che tenesse buono il sud. Nel corso della storia per il sud c’è stata solo assistenzialismo e clientelismo, due armi in gradi di far diventare la parte bassa del paese un contenitore dove attingere consensi. Un modus operandi che ha consentito ai partiti tutti di arrivare nel meridione, fare promesse elettorali, e poi per la pace di tutti, il sud è rimasto fermo.
L’effetto di queste parole si possono ricavare dalle tabelle dell’Inps sul reddito di cittadinanza, secondo cui nel capoluogo campano 157mila famiglie hanno percepito il reddito o la pensione di cittadinanza, mentre nell’intero Nord 224.872 nuclei. Un divario enorme se consideriamo che si parla di una sola città a fronte dell’intero nord. Ma è tutto il sud che percepisce il sussidio maggiore rispetto al nord Italia. Questo significa che al sud l’assistenzialismo è stata l’unica misura che i partiti hanno saputo costruire per il meridione. E non è finita: anche il Recovery Fund ha tolto soldi al sud dirottati verso il nord Italia: 60 miliardi sarebbero spettati al Sud invece sono stati decurtati e trasferiti al nord.
Il sud da sempre è stato dimenticato, sfruttato, povero, e continua ad esserlo. Manca la materia prima: il lavoro. Ogni volta assistiamo alla guerra tra la politica locale con la politica nazionale. Ma è solo una farsa per il illudere i meridionali, tanto entrambi fanno parte degli stessi partiti che governano in ambito nazionale. Litigano per apparenza.
Il sud ha bisogno di un riscatto serio, vero, fattibile, e non solo chiacchiere. Anche i soldi che arriveranno dall’Europa vanno gestiti con accuratezza, soprattutto, bisogna vigilare affinché non finiscono nelle mani delle mafie. Il popolo meridionale vuole un cambiamento radicale e non il ripetersi dei fenomeni che hanno, da sempre, caratterizzato la sua vita. Il sud vuole il lavoro, e lo si può ottenere se facciamo partire la vera industria del Sud: il turismo. Una industria che nessuno è in grado di copiare, il meridione è l’unico padrone di un tessuto turistico che gli appartiene in toto. Se i meridionali sono vigili e sanno far partire il turismo, non hanno rivali in nessuna parte del mondo.

Redazione

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