Una procedura di infrazione della UE può significare una rivolta popolare
In Europa sottovalutano la reazione del popolo italiano. Quello che può succedere dopo una procedura d’infrazione contro il nostro paese potrebbe essere il preludio ad una rivolta popolare senza precedenti.

In Europa sottovalutano la reazione del popolo italiano. Quello che può succedere dopo una procedura d’infrazione contro il nostro paese potrebbe essere il preludio ad una rivolta popolare senza precedenti. L’Europa deve tenere in mente che i guai del nostro paese sono tutti attribuibili all’euro e all’Europa, quindi gli italiani sono coscienti che stanno perdendo tutto per colpa di una politica di austerità che ha messo in ginocchio il paese e loro non hanno scelto.
Va anche ricordato all’Europa che l’Italia ha perso i suoi gioielli produttivi, cosa che ha prodotto una grande disoccupazione. Va anche ricordato all’Europa che la sua flessibilità nei confronti di governi amici sostenuti dalla stessa Europa, ha portato al disastro attuale. Quando c’erano Renzi e Gentiloni, la UE è stata molto flessibile sui conti, poiché c’erano turni elettorali e i governi amici non potevano rischiare, ma il popolo si è rivoltato lo stesso e fatto fuori gli amici dell’apparato europeo.
Ora l’Europa non vuole essere ancora flessibile e lasciare fare al nuovo governo. L’atteggiamento sprovveduto della UE, che quotidianamente minaccia l’Italia, sta irritando il popolo italiano. Da più parti il sentimento popolare e di ribellione nei confronti di chi sta uccidendo le aspettative di un paese che fino a qualche anno fa era una potenza industriale. Politici italiani ed europei sottovalutano il sentimento popolare convinti, forse, che possono fare quello che vogliono tanto il popolo non si muove. Purtroppo non è così: le rivoluzioni sono nate sempre attraverso un sentimento di odio nei confronti dei poteri forti, oggi gli italiani combattono contro il potere forte interno e contro quello dell’Europa.
La situazione italiana è pericolosa. Gli italiani da anni attendono risposte dalla politica che non sono mai arrivate. Il tempo passa e la situazione si fa sempre più delicata, nulla migliora, peggiora. La prima rivoluzione è stata fatta il 4 marzo. Da quella rivoluzione democratica gli elettori italiani hanno chiesto a gran voce delle risposte concrete. Il nuovo governo ha messo in atto misure capaci di far ripartire l’economia in maniera diversa rispetto al passato. L’Europa dice di no ed è pronta a penalizzare un governo non amico e ubbidiente come quelli che ci sono stati in passato. Dire no, vuol dire inasprire il sentimento di odio e preparare la strada ad una vera e propria rivoluzione che, questa volta, potrebbe avere contorni incerti, poiché il nemico dell’Europa non sono gli italiani, ma la povertà che l’Europa ha portato in Italia attraverso l’euro.