Estate 1948. Roma, stabilimenti radiofonici dell’EIAR. Un venticello fresco , spirando, mitiga la canicola di fine luglio e concede un po’ di sollievo all’anziano e pingue custode degli uffici al piano terra. Seduto su una sedia di legno , l’uomo si assopisce , lasciando scivolare dalle mani un ventaglio di paglia. D’un tratto , il silenzio che pervade l’austera palazzina è interrotto dal chiacchericcio di un gruppo di ragazze. Varcata la soglia dell’edificio , le giovani donne vanno incontro al custode, ormai svegliatosi, chiedendogli di poter conoscere i risultati del concorso per annunciatrice radiofonica. La ventiduenne Valeria , ansiosa di scoprire il verdetto , stringe tra le dita un lembo del suo vestito a fiori e , avanzando ritrosa, entra insieme alle altre candidate in uno degli angusti uffici . Giunta davanti all’enorme bacheca affissa al muro , scorre con gli occhi l’elenco dei nomi , fermandosi al proprio cognome : Tulli , posizionato al secondo posto della graduatoria. “‘A Valè, hai visto ? , hai vinto!!!…e te che dicevi di aver fatto una brutta figura! ….l’avessi fatta io la tua brutta figura , a quest’ora sarei un’annunciatrice !!” , si congratula la ventenne Felicita , commessa ai grandi magazzini. “Quanto sei caruccia , Felicita ! , ma non esagerare …non credo ti piacerebbe essere al mio posto quando lo dirò ai miei genitori !…” , si schermisce Valeria. Poi, allontanatosi il gruppo di ragazze , si siede sulle scale accanto al custode , che le domanda : “‘A ragazzì e te che ce fai qua sola soletta e co’ ‘sto musetto così triste? …nun t’hanno preso ,eh? …è così che va la vita , che ce voi fà ?..ogni anno qualche giovanotta se ritrova su ‘ste scale a piagne pe’ colpa dell’EIAR !…’ste scale so’ come er muro de’ Gerusalemme : so’ scale der pianto!” . “Ma che avete capito ? …” , smentisce la ragazza , “Avete frainteso !…io non sono mica triste perchè non ho vinto , anzi è il contrario : io sono triste proprio perchè ho vinto! …Il fatto è che , qualche settimana fa, prima di partecipare al concorso , ho fatto un provino per entrare nella compagnia teatrale di Elsa Merlini e i capocomici mi hanno scritturato per piccoli ruoli !…” . “Se se …ho capito : piccoli ruoli , piccola paga! …mentre qui, all’EIAR , invece…, eh , sì , ho capito : il tuo è un dubbio , come se dice ? , “ameletico” !” constata ironico l’uomo , continunado : “Senti cocchetta bella , ‘sto dubbio nun te lo posso levà io …io so’ un vecchio custode , de ‘ste cose nun me ne intendo , ma te voglio dà lo stesso ‘n’consiglio : Io , quarant’anni fa , pe’ ‘n’capriccio de mi padre , ho rinunciato a diventà soldato e , oggi , a quasi settant’anni , la notte, ancora me sogno de sparà col fucile al fronte!…Se voi recità , nun te fà fermà dalle chiacchere della gente , quella , capirai , Iddio l’ha inventata apposta pe’ parlà !…Scegli quello che c’hai ner core e vedrai che tutto viè naturale!…” . “Se lo dite voi che c’avete l’esperienza , ce devo credere allora ? …Be’ , per ora arrivederci , poi chissà!…” , saluta con tono malinconico la giovane Valeria. “Addio cocchè !” , risponde il custode con un sorriso sornione “...Me sa che si t’ho capito un poco , a te nun t’arivedo più da ‘ste parti!…” .
“Attrice brillante , di ottimo spessore drammatico ” . Con queste parole i critici salutarono al tempo degli esordi l’astro nascente di Valeria Valeri , pseudonimo di Valeria Tulli . Nata a Roma l’8 dicembre del 1921 in una famiglia della piccola borghesia , dopo un’infanzia e un’adolescenza serene , compiuta la maggiore età , decise di intraprendere la carriera di attrice. Rinunciato a un contratto di annunciatrice EIAR , offertole a seguito della vittoria di un concorso indetto dall’azienda di Stato , si unì alla compagnia di Laura Carli, debuttando a Forlì nella pièce “Caldo e Freddo” di Fernard Crommelynck. Interprete di testi contemporanei quali “L’albergo dei poveri” di Gorkij, “Harvey”di Mary Chase , “I figli di Edoardo” di Jackson Bottomely e di classici come “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare, nella stagione 1955-1956 entrò a far parte della compagnia del Teatro Stabile di Genova , per la quale impersonò ruoli da protagonista in drammi di Giraudoux , Cechov , Dostoevskij, Bertolazzi e Praga. Nel 1958 , ingaggiata dagli impresari della celebre compagnia degli “Attori Associati”, recitò accanto a Ivo Garrani , Giancarlo Sbargia , Enrico Maria Salerno . Raccolto largo consenso di pubblico e di critica con lo spettacolo “Sacco e Vanzetti” , negli anni Sessanta strinse con Enrico Maria Salerno un sodalizio artistico e umano , rinsaldato dalla nascita della figlia Chiara . Caratterista in pellicole come “Adriana Lecouvreur” di Guido Salvini o “Le stagioni del nostro amore”di Florestano Vancini , fra il 1964 e il 1968 prese parte agli sceneggiati televisivi Rai “Il giornalino di Gian Burrasca”, diretto da Lina Wertmuller e “La famiglia di Benvenuti”di Alfredo Giannetti. Tornata a calcare il palcoscenico del Teatro Stabile di Genova con le pièce “La vita è sogno” di Pedro Calderòn de la Barca, “Baciami Alfredo”di Carlo Terron e “Alfa Beta” di E.A. Whitehead , nel decennio Settanta riscosse grandi successi al fianco di Alberto Lionello (nelle commedie “Occupati di Amelia!” di Georges Feydeau e “L’anatra all’arancia”di William Douglas-Home) e accanto a Gino Bramieri (nella commedia di Terzoli-Vaime “Anche i bancari hanno un’anima”) . Negli anni Ottanta-Novanta , intraprese numerose tournèe insieme all’attore Paolo Ferrari , fu particolarmente apprezzata dai critici per l’elegante leggerezza con la quale interpretò i suoi personaggi nelle commedie “Sinceramente bugiardi”di Alan Ayckbourn e “Gin Game” di Donald Lee Coburn. Doppiatrice , ha prestato la voce ad attrici come Natalie Wood in “La grande corsa” e Pauline Taylor in “Arancia meccanica”. Nel nuovo millennio , pur senza trascurare il teatro (ha recitato ne “L’isola che non c’è”di Guido Governale e nel musical “Portamitanterose”) è apparsa in numerose serie televisive Rai ( “La tassista” , “Una famiglia in giallo” , “Il commissario Manara” e “Un medico in famiglia”) . Premiata nel 2011 con l’Alabarda d’oro per il teatro, in occasione del suo novantesimo compleanno , insignita dal sindaco di Forlì della cittadinanza onoraria , ha rivelato alla stampa : “Posso gridarlo forte : il teatro è un toccasana , mantiene in salute e tiene l’anima allegra . Mi piace . E mi manca , se mi fermo un attimo solo. Le fiction le ho fatte e mi ci sono trovata bene , ma il teatro è un’altra cosa. L’aver abbandonato il teatro in televisione è stato un peccato , perchè ha allontanato i giovani . Così non c’è rinnovamento di pubblico e allora tra un po’ cosa accadrà , morirà la prosa ? ..La scelta più giusta l’ho fatta a vent’anni quando decisi di fare l’attrice , anche perchè , allora , la mia vita stava per prendere la direzione opposta. E invece ho finito col padroneggiare le scene . Sentire che il pubblico è con me , far arrivare in platea ciò che mi passa nella testa e nel cuore , è una sensazione meravigliosa!” .