Sab. Giu 10th, 2023

Inverno 2021. Milano. All’interno del Laboratorio Ansaldo del Teatro alla Scala, è in corso la registrazione del programma “Danza con me” condotto dall’étoile Roberto Bolle, con la partecipazione dell’attrice Miriam Leone, dell’attore e musicista Stefano Fresi e dell’attore Francesco Montanari,che andrà in onda su Rai Uno la sera di Capodanno. Tra gli ospiti, che con le loro esibizioni intervallano balletti e passi a due, il cantautore Vasco Rossi, invitato per presentare  il nuovo singolo “Una canzone d’amore buttata via”.

L’artista, atteso il momento della trasmissione a lui dedicato, entrato in sala, chiede al fonico di effettuare una prova per verificare che l’audio funzioni. Il tecnico, (un ragazzo sulla ventina), proprio mentre sta per far partire la base della sua canzone, viene interrotto dallo squillo del cellulare.

“Mi scusi, signor Rossi, sono mortificato,ma devo proprio rispondere…”, si schermisce il fonico, continuando: “Sa, mia nonna abita da sola e durante la giornata  ci sentiamo spesso, così posso accertarmi che vada tutto bene…mi perdoni ancora, mi sbrigo subito!…”.

Quindi, allontanatosi per parlare con la nonna, lascia ad aspettare il cantautore, che viene avvicinato dal direttore di studio, il quale gli chiede perché si trovi da solo.

“Son qui che aspetto di registrare il mio pezzo, ma devo prima provarlo per verificare che  l’audio funzioni bene… il fatto è che il fonico doveva parlare al telefono con la nonna, che vive da sola, per sapere se sta bene e mi ha chiesto di aspettare qualche minuto…”, spiega Vasco Rossi, incalzato dall’assistente di studio: “A Vascooo!, ma quale nonna?…num me di’ che ce sei cascato?…quello, il fonico, sta sempre al cellulare con la fidanzata, perché litigano un giorno sì e l’altro pure…così, su otto ore de lavoro, sette so’ per telefona’  e una pe’ fa il mestiere suo…’A Vasco,me devi scusa’…mo’ lo vado a cerca’ e registriamo subito!…”.

Poi,  ritornato l’assistente di studio, insieme con il giovane fonico, si scusano entrambi e finalmente il cantautore viene microfonato per la prova, ma è a quel punto che, quest’ultimo, visto il ragazzo incupito, cerca di capire cosa sia successo.

“Uhé, senti, lo so che non sono fatti miei, ma, dovendo lavorare insieme, vorrei capire cos’è che hai…hai una faccia così scura che io proprio non ce la faccio a cantare, sapendo che stai così!…Sarà mica colpa mia?…non dirmi che l’assistente di studio ti ha rimproverato a causa mia?, anche perché , ti assicuro, che non mi sono lamentato di te, ma gli ho soltanto  spiegato che dovevi telefonare alla nonna…Vabbe’ , certo , potevi essere sincero e dirmi che dovevi telefonare alla fidanzata, avrei capito!…Ma guarda che ho avuto vent’anni anch’io,eh!…Dai, su, dimmi che succede…t’avrà mica licenziato?…”, domanda Rossi, cui il ragazzo fa segno di sì con un cenno del capo.

“Noooo!, ma non esiste…Cioè , te mi dici ce t’hanno licenziato per causa mia?…Nooo!, ma io non lo posso accettare …adesso vado lì e gli dico di riassumerti…”, cerca di rassicurare e rincuorare il fonico, il cantautore , cui il ragazzo replica: “Grazie , signor Rossi, io la ringrazio!, ma il fatto è che l’assistente di studio mi aveva già scoperto una volta a telefonare e mi aveva già avvertito che se mi fossi assentato ancora, mi avrebbe licenziato…E’ solo colpa mia, sono io ad aver sbagliato, anzi, mi devo scusare anche con lei, sono stato maleducato e per cosa ,poi?, tanto alla fine, la mia fidanzata mi ha lasciato… e così, ora , oltre a non avere più l’amore, non ho più neppure un lavoro per mantenermi e pagarmi gli studi!…”.

“Senti, facciamo così, siccome lo so che, quando si sbaglia, ci si sente dei sopravvissuti, perché io stesso sono un sopravvissuto, ti voglio aiutare!…se non ci si aiuta tra di noi!…”, esclama il cantatore ,spiegando: “Sai cosa si fa?, si fa che vieni a lavorare nel mio staff…quest’anno il mio tour è stato allungato di tre, quattro tappe  e c’è bisogno di una mano…Io direi che puoi cominciare sin da subito, quindi ,adesso,  proviamo il brano e ,poi,  vieni via con me in studio di registrazione e ti spiego tutto…Vedi che i problemi si risolvono? E se non si risolvono, com’è che canto io , in una mia canzone?: “Vivere e sorridere dei guai…proprio come non hai fatto mai e poi pensare che domani sarà sempre meglio!…”.

“Vasco Rossi è l’unico credibile nel ruolo di rocker in Italia. L’unico ad essere riuscito a portare la canzone d’autore nel rock”. Così, Fabrizio De André, in un’intervista degli anni Ottanta, a proposito dell’allora emergente cantautore.

Nato a Zocca, in provincia di Modena, il 7 febbraio 1952, figlio unico di Giovanni Carlo, autotrasportatore , e di Novella Corsi, casalinga appassionata di musica, già da bambino frequenta la scuola di canto del maestro Bononcini e ,a tredici anni , vince l’”Usignolo d’oro” , manifestazione canora modenese, con la canzone “Come nelle fiabe” e ,a quattordici , entra a far parte del suo primo gruppo musicale, il quintetto “Killer”, divenuto in seguito “Little Boys”, insieme con l’amico Marco Gherardi.

Quindi, nel 1967, terminate le scuole Medie,si iscrive dapprima all’Istituto dei Salesiani San Giuseppe , che lascia per motivi di condotta, e poi, all’Istituto Tecnico Commerciale “Tanari”, completando gli studi con l’indirizzo di Ragioneria.

Diplomatosi in piena contestazione studentesca, si trasferisce a Bologna dalla zia, per frequentare la Facoltà di Economia e Commercio, sebbene fosse affascinato dal DAMS e dalle discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo. Contemporaneamente però, apre a Zocca, insieme con l’amico fidato  Gherardi, un locale , il “Punto Club”, discoteca  dove organizza feste ed eventi.

Nel 1975, sempre a Zocca e , sempre con l’amico Marco Gherardi fonda “Punto Radio”, la prima radio libera, senza rinunciare però alla sua passione per il teatro: frequenta , infatti, a Bologna, il Teatro Evento.

Qualche anno più tardi, invece, incoraggiato dal cantautore Gaetano Curreri, già leader degli Stadio, incide il primo 45 giri “Jenny/Silvia”, mentre nel 1978 pubblica il suo primo album “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…”, che ha una tiratura limitata e che annovera tra i brani di punta “La nostra relazione”.

Avvicinatosi di più al rock e, utilizzato un linguaggio più diretto,  nel 1979, incide “Non siamo mica gli americani!”, contenente “Albachiara”, che, presto, sarebbe diventata la “canzone italiana più amata degli ultimi 45 anni”, e grazie alla quale viene notato da produttori televisivi che lo invitano a partecipare come ospite alla trasmissione “10 Hertz”, condotta da Gianni Morandi, nel corso della quale canta il brano “La strega (la diva del sabato sera)”.

Nel 1980, tornato in sala di registrazione dopo la scomparsa del padre, pubblica il terzo disco “Colpa d’Alfredo”, che contiene, tra le altre, le canzoni : “Non l’hai mica capito” e “Anima fragile”, con  le quali la sua popolarità cresce notevolmente ,al punto che viene invitato come ospite nel programma Domenica In, nel quale canta: “Sensazioni forti”.

Criticato per questa esibizione da un giornalista, nel 1982, replica a tali critiche con il brano presentato in gara al Festival di Sanremo, “Vado al massimo”, preludio all’uscita del quarto album omonimo, contenente le canzoni : “Ogni volta” e “Splendida giornata”, cui segue il  disco“Siamo solo noi”, vero e proprio manifesto generazionale, con il quale si afferma come “rivelazione” del rock.

Nel 1983, calcato nuovamente il palcoscenico del “Festival dei fiori”, porta in gara il brano “Vita spericolata”, classificatosi all’ultimo posto in classifica, ma destinata a diventare un sempreverde della musica italiana.

Anticipata la pubblicazione del sesto album con la canzone omonima “Bollicine”, raccoglie largo consenso anche con i brani : “Vivere una favola”, “Brava Giulia” e “Ridere di te”, e con il tour “Vasco Rossi Live”, ma giunge alla piena maturità solo nel 1989 con il disco “Liberi Liberi”.

Partito per una nuova tournée in giro per l’Italia, dopo tre anni di attesa , pubblica l’album “Gli spari sopra”, che segna la vera e propria consacrazione come “rocker”dalla vena cantautoriale e introspettiva, evidente nelle canzoni: “Vivere”,”Lo Show”, “Gabri”, “L’uomo che hai di fronte”e “Hai ragione tu”, quest’ultima , scritta  in collaborazione con Pino Daniele.

Ispirato dalla  polemica sul programma “Non è la Rai”, registra il brano “Delusa”, presente anche nella scaletta del suo tour , nel quale reinterpreta canzoni come “Generale”di Francesco De Gregori, versione molto gradita dal pubblico.

Realizzato con l’amico produttore, Marco Lolli, uno tra i primi siti Internet dedicati alla sua carriera, nel 1996,  incide il disco “Nessun pericolo…per te”, contenente canzoni intense, quali: “Gli angeli”, “Mi si escludeva” e  “Sally”, reinterpretata poi da Fiorella Mannoia e, nel 1997/1998, gli album “Rock”, raccolta di vecchie canzoni riarrangiate, e“Canzoni per me”, con i brani più ascoltati: “Io no…” e “Quanti anni hai”, grazie al quale si aggiudica per la prima volta la Targa Tenco per il “miglior album  dell’anno” e il Premio Lunezia, conferitogli dalla scrittrice e traduttrice Fernanda Pivano.

Tenuti alcuni concerti , tra cui quello del 1°maggio a Roma, nel 1999, pubblica i dischi: “Rewind”, lanciato dalla canzone omonima, e “La fine del millennio”, e scrive per la cantante Irene Grandi il brano “La tua ragazza sempre”, presentato in gara al Festival di Sanremo (per quest’ultima, scriverà anche  “Prima di partire per un lungo viaggio” e “Finalmente io”).

Il nuovo Millennio, è inaugurato dall’album “Stupido hotel”, con la canzone di punta “Siamo soli”, cui seguono i dischi : “Tracks” e “Buoni o cattivi”, contenente il brano “Un senso”, tema del film di Sergio Castellitto, tratto dal romanzo omonimo di Margaret MazzantiniNon ti muovere” , vincitore di un Nastro d’Argento come “migliore canzone originale”.

Ancora una volta  in sala di registrazione, fra il 2006 e il 2007, incide gli album “E’ solo un rock’n’roll show” e “Basta poco”, con la reinterpretazione de “La compagnia” , brano di Lucio Battisti, ma già raccoglie le idee per il nuovo disco: “Il mondo che vorrei”, titolo del suo tour, in giro per gli stadi italiani.

Nel 2011, costretto al riposo da una malattia, compone ,per il film-documentario sulla sua vita “Questa storia qua”, diretto da Alessandro Paris e Sibylle Righetti, la canzone “I soliti”, per poi tornare a cantare a tempo pieno i brani del disco “L’altra metà del cielo”, e la canzone “Manifesto futurista della nuova umanità”.

Composto il brano “La Luna” per Patty Pravo, nel 2013/2014,  pubblica il singolo “L’uomo più semplice” e l’album “Sono innocente”, partendo d’estate per il tour “Vaco Live Kom’014”,che si protrae anche nel 2015.

Presentato al Festival del cinema di Venezia il documentario “Il Decalogo di Vasco”,nel 2017, registra gli inediti “Come nelle favole” e “Un mondo migliore”, inseriti nella raccolta  “VascoNonStop”, e celebra i quarant’anni di carriera con  la serata-concerto “Modena Park 2017”, replicato anche nel 2018 e nel 2019.

Tornato in studio insieme con Gaetano Curreri, registra il brano “La verità”e nel 2020, interrotti i concerti dal vivo, causa pandemia da Covid19, prende parte all’omaggio al cantautore Fabrizio De André, nell’ambito dell’inaugurazione del Viadotto di Genova San Giorgio, e ottiene il Premio Tenco alla carriera.

Nel 2021, presentato nel corso della trasmissione di Rai Uno, “Danza con me”, condotta dall’étoile Roberto Bolle , la ballata rock “Una canzone d’amore buttata via”, posticipa ancora , per via della recrudescenza della pandemia , i concerti previsti per la primavera-estate, rinviati quindi al 2022. Tuttavia, in novembre, regala al suo pubblico il singolo “Siamo qui”, canzone che dà il titolo al nuovo disco di inediti.

Insignito della Laurea honoris causain Comunicazione dall’Università IULM di Milano, padre di Davide e Lorenzo, nati dalle relazioni con due donne diverse , dal luglio del 2012,  è sposato con Laura Schmidt, sua compagna già da venticinque anni.

Festeggiati di recente i settant’anni, di sé, ha detto: “Sono sopravvissuto alla noia. Vivendo a Zocca, sapevo che da lì bisognava partire,  perché se sei in pensione ci stai benissimo, ma a 20 anni non c’è niente da fare. Il mio treno si è chiamato Punto Radio, una delle prime radio “pirata” o “libere”,  che negli anni ’70 fondai con il mio gruppo di amici storici e che ebbe un successo enorme. L’abbiamo portata avanti a suon di buona musica rock e cantautori, finché abbiamo potuto. Poi, quando è arrivato il momento di scegliere tra diventare commerciali o fallire, abbiamo preferito vendere ,perché eravamo dei puri. Ma è stata un’esperienza fondamentale, che a me ha aperto le porte del mondo! Dalle discoteche dove come deejay stavo al centro del palco e tutt’intorno bella gente, fino alla scena musicale rock nazionale. Che mi trova ancora e sempre sul fronte del palco, a «imbracciare il gruppo.  Con la stessa passione, stessa energia e stessa voglia di… 40 anni fa (tutta colpa della radio). Sono sopravvissuto agli anni ’70. Quando c’erano gli anni di piombo, le Brigate Rosse, Lotta Continua e Potere Operaio. Io ero un indiano metropolitano, cercavo di migliorare me stesso, perché ero l’uomo anarchico e, sinceramente, a me sembravano dei matti quelli che si chiamavano “potere operaio” ed erano studenti, come gli altri che si chiamavano “lotta continua”, e poi al pomeriggio tornavano tutti a casa, dai genitori… Perché erano studenti… E la loro lotta continua finiva lì (che poi, si sa come sono finiti, tutti a lavorare per i Berlusconi, bene o male). Forte della mia esperienza del teatro d’avanguardia, in anni di grandi fermenti intellettuali a Bologna, io tifavo il radicale Pannella e cominciavo a scrivere le mie prime canzoni… Ero un vulcano di idee in fase di esplosione. Tra le cantautorali “La nostra relazione” o “Albachiara”, e l’ironico “Fegato, fegato spappolato” e il provocatorio “Non siamo mica gli americani”, la mia linea artistica tendeva decisamente al rock, con le sue due anime contrapposte: o ballad struggente o chitarra elettrica che innervosisce. Tutta roba che insieme ti dà una bella pacca, allo stomaco prima e poi ti sale e ti smuove dentro fino ad arrivare al cuore. Ah, sono sopravvissuto alla femminista che mi massacrava di parole, sincerità e dialogo nella coppia innanzitutto, e poi alla mia prima confessione di tradimento mi ha mollato!. Sono poi sopravvissuto agli anni ’80, gli anni da bere e dell’edonismo. Sono sopravvissuto alla droga e agli eccessi di quegli anni. Ne ho combinate di cazzate, ma le ho anche pagate tutte. Gli anni ’80, quelli più stupidi del secolo ma anche i più belli e divertenti e, per me, gli anni irriverenti di Colpa d’Alfredo, di Ogni volta, Vita spericolata e di Bollicine. I favolosi e più fantastici anni dopo gli anni ’70… Sono sopravvissuto facendo del rock, ho cominciato a fare del rock in italiano. Usando il gruppo al posto della chitarra elettrica. Sognavo a colori, il mio obiettivo finale era arrivare a fare del rock… e spettacolare (di chiara ispirazione Rolling Stones, io ero Mick Jagger, naturalmente). Per sopravvivenza ho scritto Vado al massimo,  C’è chi dice no, Siamo solo noi, canzoni divenute inni generazionali. La musica è sempre stata tutto per me, vivere e… Sopravvivere. Tutto quello che mi indignava della realtà sfociava in canzoni per lo più provocatorie, e dissacranti. Sberleffi e provocazioni contro i perbenisti, i moralisti, i furbetti”.